Aggiornamento ISEE: “Se volete l’agevolazione, dovete pagare” | Ci fanno perdere 7000€ a famiglia

Aggiornamento ISEE - (pexels) - IlFogliettone.it
Grazie a questo documento si può avere accesso a una serie di bonus, è fondamentale tenerlo sempre aggiornato
Dal 2 aprile 2025 è entrata in vigore una nuova normativa sul calcolo dell’ISEE che, pur introducendo alcune novità teoricamente favorevoli alle famiglie, rischia di generare effetti collaterali significativi. Tra le modifiche più rilevanti vi è l’esclusione dal patrimonio mobiliare, fino a 50.000 euro, dei titoli di Stato e degli strumenti finanziari assimilabili. Inoltre, è stata introdotta una nuova detrazione per i canoni di locazione regolarmente dichiarati, fino a 7.000 euro, con un incremento di 500 euro per ogni figlio convivente oltre il secondo.
Il problema principale sollevato dai CAF riguarda la rielaborazione delle Dichiarazioni Sostitutive Uniche (DSU) già presentate nei primi mesi del 2025, prima dell’entrata in vigore della nuova normativa. La possibilità di aggiornare l’ISEE per beneficiare delle nuove agevolazioni è sicuramente un’opportunità, ma il decreto attuativo non ha previsto alcuna copertura finanziaria per questa operazione. Di conseguenza, i Centri di Assistenza Fiscale si trovano nella condizione di dover richiedere un contributo economico ai cittadini che desiderano ottenere un nuovo calcolo.
I CAF lanciano un chiaro allarme: in assenza di fondi pubblici, le famiglie saranno costrette a pagare per aggiornare il proprio ISEE. Questo meccanismo rischia di trasformare un diritto in un costo, penalizzando proprio coloro che la riforma dovrebbe tutelare. Il rischio concreto è che molti cittadini rinuncino a richiedere la nuova DSU a causa dei costi aggiuntivi, perdendo così l’accesso a bonus fondamentali per il bilancio familiare.
Ciò che appare paradossale è che, per accedere a misure di sostegno economico, le famiglie debbano prima affrontare un costo che non tutti sono in grado di sostenere. In un periodo in cui l’inflazione e l’incertezza economica riducono drasticamente il potere d’acquisto, ogni spesa imprevista rappresenta un ostacolo. E così, l’ISEE, nato come strumento di giustizia sociale, rischia di diventare un privilegio per chi può permettersi di aggiornare i propri dati.
Una riforma che alimenta le disuguaglianze
La riforma, pur tecnicamente corretta, rischia di amplificare le disuguaglianze anziché ridurle. L’esclusione dei titoli di Stato dal calcolo del patrimonio mobiliare può avvantaggiare famiglie con disponibilità finanziarie rilevanti, mentre quelle prive di risorse rischiano di rimanere escluse dai benefici a causa dell’impossibilità di sostenere i costi di aggiornamento. Si crea così una distorsione che mette sullo stesso piano situazioni economiche profondamente diverse.
La richiesta dei CAF è chiara: serve un intervento immediato da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per finanziare la rielaborazione gratuita delle nuove DSU. Solo così sarà possibile garantire un accesso equo e universale all’ISEE aggiornato. In mancanza di risorse adeguate, si rischia di compromettere la funzione originaria dello strumento, con gravi ripercussioni sul piano sociale.

Le famiglie tra burocrazia e difficoltà economiche
Molte famiglie italiane, già provate dall’aumento dei prezzi e dalla precarietà lavorativa, si trovano ora a dover affrontare anche questo nuovo ostacolo burocratico ed economico. L’accesso ai bonus per l’asilo nido, al reddito energetico, e ad altre forme di sostegno economico è spesso legato all’ISEE. Se il calcolo aggiornato diventa un lusso, aumenta il rischio di esclusione sociale.
Riforme anche ben intenzionate devono essere accompagnate da strumenti concreti che ne garantiscano l’accessibilità. In caso contrario, si corre il pericolo di tradire i principi stessi su cui si basano. Il diritto al sostegno economico non può diventare una questione di possibilità economica: è necessario che lo Stato intervenga per restituire all’ISEE il suo ruolo di strumento al servizio dell’equità.