Agricoltura, la nuova visione dell’Europa mette d’accordo l’Italia

Agricoltura, la nuova visione dell’Europa mette d’accordo l’Italia

Cambia il vento in Europa per il settore primario e la “Vision for Agriculture and Food”, il piano strategico presentato oggi a Bruxelles dal vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto e dal commissario all’Agricoltura Christophe Hansen per rendere l’agricoltura “resiliente, attraente e sostenibile” piace all’Italia e viene promosso con soddisfazione in primis dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e anche da tutte le confederazioni agricole e di settore.

Anche se c’è una riserva, espressa da tutti: le linee guida ci sono, e rappresentano un netto cambio di passo rispetto al passato, ma non si sa ancora nulla sulle risorse, che dovranno essere adeguate a questi ambiziosi obiettivi. Un capitolo fondamentale da chiarire, insieme a quello sulle modalità di finanziamento della nuova Pac: a mettere in allarme le confederazioni agricole è l’ipotesi di una unificazione dei fondi Pac con quelli della coesione da gestire in maniera flessibile da parte del singolo stato membro.

Intanto, come ha detto il ministro Lollobrigida, c’è molta Italia nel piano europeo, che raccoglie “tante delle battaglie italiane”: dalla semplificazione delle normative per ridurre il carico burocratico alla riduzione degli oneri per gli agricoltori, dal contrasto delle pratiche sleali all’applicazione del principio di reciprocità e di standard più severi per i pesticidi e la sicurezza alimentare negli scambi con Paesi terzi.

Tra le ‘rivoluzioni’ annunciate oggi, lo spostamento del baricentro delle politiche europee in materia di agricoltura per favorire il reddito degli agricoltori, cercando “soluzioni semplici e innovative su misura con approcci territoriali” a partire dal fatto che nella prossima Pac i pagamenti diretti saranno “mirati verso chi ne ha più bisogno”, anche in considerazione delle dimensioni dell’azienda agricola, e che saranno “favoriti gli incentivi piuttosto che la condizionalità”.

Tutti accolgono come una ventata di aria fresca l’abbandono di posizioni definite “ideologiche”, ovvero quelle sul Green Deal “che lo appiattivano su una presunta tutela dell’ambiente, tutta a carico del sistema produttivo”, come ha sottolineato il ministro Lollobrigida. Per il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, “il cambio di passo dell`Ue nei confronti dell`agricoltura è notevole: il settore primario e la figura dell`agricoltore sono al centro di una nuova visione lontana dalle ideologie che in questi anni hanno fatto perdere competitività all`Europa”.

Coldiretti parla di “un importante cambio di passo, con una visione dell`agricoltura europea non più condizionata dall`ideologia, ma – sottolinea – occorre garantire l`autonomia del bilancio della Pac se vogliamo davvero salvaguardare il futuro della produzione alimentare nell`Unione”. E anche per Tommaso Battista, presidente della Copagri, finalmente “sembra emergere un netto cambio di passo rispetto alle visioni che hanno caratterizzato il recente passato delle politiche agricole europee, quando la giusta e condivisibile tutela ambientale andava spesso a prevaricare l`attenzione che un comparto come quello agricolo merita”.

Fedagripesca Confcooperative parla di un orientamento da parte della Commissione Europea “sui temi del Green deal, in parziale discontinuità con gli orientamenti della precedente legislatura: gli agricoltori non sono più considerati nemici dell`ambiente e c`è un approccio meno punitivo verso il settore agricolo”, mentre per Cia-Agricoltori Italiani, nel documento “c’è tutto e anche più di quello che ci si poteva aspettare. C’è la risposta alle richieste, avanzate da tempo all`Europa, rispetto a Pac e semplificazione, reddito equo e sostenibilità, lotta alle fitopatie e gestione del rischio, reciprocità e trasparenza, fino al rilancio delle aree interne, al ricambio generazionale e alla previsione di una strategia di resilienza idrica”.

Grande soddisfazione anche per i rappresentanti del settore zootecnico, visto che la Commissione Europea ha detto con chiarezza che “rafforzerà la sua attenzione sul bestiame per promuovere il futuro a lunga termine del settore”: una attenzione che rassicura il comparto, che da anni lamenta un pregiudizio diffuso nei confronti dei prodotti di origine animale. Assica, Ivsi, Isit e Carni Sostenibili parlano di un “passaggio a una posizione più inclusiva, non punitiva e non discriminatoria” e auspicano che questo documento rappresenti “l’inizio di un confronto costruttivo e basato su solide evidenze scientifiche, finalmente in grado di riconoscere il ruolo chiave e le reali potenzialità del comparto zootecnico europeo”.

E anche Federalimentare, la Federazione italiana dell`industria alimentare e delle bevande, promuove il nuovo atteggiamento del Commissario Hansen di una “maggiore attenzione alla competitività e un approccio nuovo, più orientato al dialogo e meno direttivo”, pur notando che il piano però “si concentra sul settore agricolo più che su quello alimentare. Pertanto, sarebbe necessaria una maggiore chiarezza sulle azioni specifiche che la Commissione intende proporre per stimolare gli investimenti e l`innovazione nel settore”.

Le 3 novità della “visione” Ue

1) Allineamento degli standard sui prodotti importati – L’UE vuole vietare nei prodotti importati le sostanze proibite in Europa, come alcuni pesticidi e antibiotici, garantendo parità di condizioni tra gli agricoltori europei e quelli dei paesi terzi.

2) Revisione della formazione dei prezzi nella filiera alimentare – Si studieranno nuove regole per contrastare le pratiche commerciali sleali e impedire che gli agricoltori vendano i loro prodotti a prezzi inferiori ai costi di produzione.

3) Cambiamento negli incentivi ambientali – Gli agricoltori non saranno più obbligati a rispettare determinate misure di sostenibilità per ricevere i fondi della PAC, ma riceveranno aiuti supplementari se le adotteranno volontariamente.