Airbus vs Boeing, World Trade Organization condanna Bruxelles per 22 miliardi aiuti di stato
GUERRA USA-UE La Commissione europea giudica “insoddisfacenti le conclusioni” del Wto. La compagnia aerospaziale europea farà ricorso di Giuseppe Novelli
di Giuseppe Novelli
Il Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, ha condannato l’Unione europea per gli aiuti di stato ad Airbus. L’organizzazione di Ginevra ha definito “illegali” i sussidi concessi da diversi paesi membri dell’Ue al colosso aerospaziale europeo. Piu’ in generale ha condannato l’Ue, Germania, Francia e Spagna per i 22 miliardi di dollari che hanno concesso in 10 anni ad Airbus, riconoscendo che questi aiuti hanno generato un “danno reale e sostanziale” alla rivale Boeing. I sussidi riguardano i progetti A300, A310, A320, A330/A340, A330-200, A340-500/600 e A380. La compagnia aerospaziale Usa Boeing ritiene, tra l’altro, che Washington potrebbe chiedere a l’Unione europea misure di ritorsione fino a 10 miliardi di dollari l’anno. Immediata la replica dell’Ue. La Commissione europea giudica “insoddisfacenti le conclusioni” dell’Organizzazione mondiale del Commercio che, come detto, ha definito aiuti di stato illegali i sussidi ricevuti da Airbus. L’esecutivo europeo ha annunciato, a questo punto, che intende analizzare “nel dettaglio” il rapporto del Wto e ha replicato sottolineando che sia la Ue che gli Stati Uniti “hanno diritto di fare ricorso” senza tuttavia specificare il momento in cui sara’ presa la decisione. La compagnia aerospaziale europea Airbus, dal canto suo, intende fare ricorso contro la condanna del Wto. “Per conformarci – ha detto Airbus – dobbiamo soltanto effettuare dei cambiamenti limitati nelle politiche e nelle pratiche europee”. “Abbiamo fatto tutto il necessario – spiega un portavoce della compagnia aerospaziale europea – e lo abbiamo fatto nei tempi che ci erano stati concessi”. “Affronteremo in appello i punti indicati dal rapporto del Wto”.
Ma dietro la guerra delle cifre si e’ combattuta quella piu’ dura fatta di ricorsi e carte bollate in cui tutte e due i protagonisti dei cieli si sono scambiate accuse di “mancato rispetto della concorrenza” e di aver ricevuto “aiuti di Stato”. Boeing ha sostenuto che Airbus avrebbe ricevuto aiuti governativi in forma di crediti mentre a sua volta dal quartier generale di Tolosa si puntava il dito contro il settore militare che grazie a contratti di ricerca (impiegate anche nei velivoli commerciali) e esenzioni fiscali, avrebbe garantito sussidi illegali alla Boeing. Le dispute si sono trascinate dai primi anni ’90 fino a quelli 2000 per approdare il 31 maggio 2005 all’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) dove gli Usa presentarono ricorso contro l’Ue per aver garantito a Airbus presunti sussidi illegali. Solo 24 ore dopo, a parti rovesciate, a Ginevra si trovarono i rappresentanti di Bruxelles a denunciare gli Stati Uniti per sostenere Boeing. Ad alimentare la battaglia legale la scelta di Airbus di utilizzare prestiti statali per finanziare lo sviluppo del suo A350, fondi con cui copri’ un terzo dei costi del nuovo jet. Per difendersi dalle facili accuse americane, l’Ue replico’ sostenendo che i finanziamenti garantiti dalla Nasa, dal Pentagono, in termini di contratti di ricerca, e quelli garantiti da alcuni stati da quello di Washington (patria della Boeing) al Kansas e all’Illinosi, vennero usati per lanciare il rivale diretto dell’A350, il 787 Drealminer della Boeing. Nel marzo del 2010 la Wto sanci’ che l’Ue aveva violato le regole finanziando Airbus ma 6 mesi dopo, a settembre, un rapporto preliminare della Wto stabili’ che anche i fondi di cui aveva goduto Boeing erano irregolari e dovevano essere restituiti. Ma in due distinte decisioni prese a maggio del 2011 la Wto decise che la Boeing doveva restituire 5,3 miliardi di dollari di sussidi illegali mentre la corte d’appello della Wto corresse il precedente parere e accolse il principio che il sostegno di Bruxelles non mirava a spingere le esportazioni di Airbus e che quindi alcune forme di partnership pubblico-privata potevano continuare.
Parte dei prestiti a basso tasso di interesse per 18 miliardi di dollari sarebbero dovuti essere restituiti ma senza fretta e non veniva indicata una data capestro. Entrambe le parti cantarono vittoria in questa prima tappa importante dello scontro. Poco piu’ di un anno dopo, il 1 dicembre 2011 l’Airbus sostenne di aver rispettato i suoi obblighi in base alle decisione della Wto e chiese a Boeing di fare altrettanto. Per tutta risposta gli Usa diedero il via ad un altro ricorso sostenendo che l’Ue non aveva rispettato le regole del Defense Science Board (istituzione al 100% americana) e pertanto chiedeva di procedere contro Airbus, saltando come foro la Wto. Ue e USa si rivolsero ad una corte di arbitratio internazionale ma fu una fase breve: gia’ il 19 gennaio del 2012 fecero marcia indietro lasciando lo scontro irrisolto. Si torno’ a Ginevra. Il 12 marzo del 2012 la corte d’appello della Wto confermo’ l’illegalita’ dei sussidi Usa a Boeing e la correttezza dei prestiti restituibili di cui aveva goduto Airbus. Sulla base di questa ‘sentenza’ a settembre dello stesso anno l’Ue richiese alla Wto di agire contro gli Usa e la Boeing. La Wto costitui’ un panel di esperti per dirimere la controversia. Lo stesso che oggi, invece, a sorpresa si e’ espresso contro gli aiuti europei, fin qui ritenuti sempre legali, dalla Wto (circa 22 miliardi di dollari) e che ora – salvo lo scontato ricorso Ue – in teoria Airbus dovra’ restituire. Quella di oggi e’ solo un’altra puntata della stessa lunga guerra dei cieli, da cui iniziano pero’ a spuntare altri concorrenti agguerriti: russi, brasiliani e da poco anche cinesi.