“Il waterfront diventa espressione di qualcosa che va oltre la cromaticità e le espressioni – ha proseguito EmmanueleEmanuele -. Quest’opera ha un valore simbolico. La nostra trinacria oggi viene sostituito col viso di un lavoratore della terra, un contadino che guarda il mare da cui tutto è iniziato. L’immagine dell’uomo che vive di lavoro doveva essere sacralizzata in questa opera. Inoltre, questa opera a Catania dimostra come il mio sogno di sinergia pubblico-privato può avverarsi”. Un uomo che guarda il mare. Ma chi è quella figura? Non è importante. E’ uno, nessuno e centomila. Al porto di Catania un vecchio pescatore ci ha detto che guardando il mare la felicità diventa un’idea semplice. Quale apparato critico, quale dispositivo speculativo può spiegare meglio della semplicità dell’opera di Vhils il suo stesso significato? “Senza il Mediterraneo non ci sarebbe il mondo di oggi – ha detto Emmanuele Emanuele -. Senza la cultura, la filosofia, l’arte del Mediterraneo, il mondo non sarebbe quello che è. Tutto è nato qua. Lo si voglia o no. Siamo gli eredi di una storia infinita.
Il mondo si concentra sul Mediterraneo”.
La scelta è caduta sul più grande sguardo verso il mare che l’uomo abbia mai dipinto sulle coste della sicilia: esso attraversa il Mediterraneo e guarda ad Oriente, abbraccia la Grecia, Cipro, la Turchia, l’Egitto, la Siria, la Giordania, Israele, il Libano, le terre da dove sono partiti i popoli che hanno fatto la sicilia. La speranza è che gli uomini sappiano cheal di là dei tumulti delle civiltà esiste un ponte che tutti, se vorranno, potranno attraversare. “Oggi noi parliamo di street art, ma essa ha una radice antica – ha concluso il Presidente della Fondazione Terzo Pilastro -. Questo movimento ha una visione diversa da altre forme artistiche. Parliamo di artisti che non vogliono essere rinchiusi in aree museali. Vogliono il respiro della città. Vogliono stare a contatto con la gente. Tutti loro sono stati rivoluzionari. Hanno dipinto i muri, i sotterranei delle città sovvertendo i principi estetici. Questa bellezza, fruibile da tutti, è la nuova via da percorrere”.