Al via congresso Pd, Renzi punta su “futuro e periferie”. D’Alema: “Scissione era già avvenuta”

PARTE CAMPAGNA L’ex segretario si appresta ad affrontare Emiliano e Orlando nella corsa alla segreteria del partito

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Matteo Renzi riparte dal circolo di Vie Nuove a Firenze, il suo circolo, quello a cui e’ iscritto e in cui “comunque vada, ci sono sempre gli amici ad aspettarti”. E’ la chiusura del tesseramento, l’inizio ufficiale della campagna per il congresso. Una “festa” per l’ex segretario che si appresta ad affrontare Michele Emiliano e Andrea Orlando nella corsa alla segreteria. Le primarie del 30 aprile stabiliranno se sara’ ancora lui in sella al partito o se dovra’ cedere il passo. Renzi giura di voler continuare “a girare con l’allegra curiosita’ di chi e’ innamorato della vita e del futuro”. Il viaggio in California e’ stato occasione di ispirazione: il futuro e le nuove tecnologie vanno visti come opportunita’ e non come minacce. Sara’ uno dei leitmotiv della campagna per le primarie che si sviluppera’ attraverso ‘blitz’ nelle varie province, soprattutto nelle periferie. Renzi ha gia’ visitato Scampia, oggi e’ stato a Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano, per visitare i cantieri di una scuola. Insomma, “dopo lunghe polemiche, finalmente il Partito Democratico ha scelto la strada del congresso”, scrive Renzi nella sua Enews. Le polemiche, pero’, sono tutt’altro che sopite.

Ad alimentarle e’ stato lo stesso Renzi, ieri da Fabio Fazio: la scissione avvenuta nel Partito Democratico e’ stato il frutto di un “disegno” di cui Massimo D’Alema e’ “autore e regista”. La reazione degli esponenti del Movimento Democratici e Progressisti non si e’ fatta attendere. “Renzi adesso ricerca il regista, ma non sia cosi’ umile: il regista e’ lui, ha fatto tutto lui, la disgregazione di questo partito ha un regista, e questo regista si chiama Renzi”, spiega Pierluigi Bersani mentre per il senatore Miguel Gotor, “Renzi e’ accecato dal rancore personale e in preda a un’ossessione anti-dalemiana che gli impedisce di vedere quante persone hanno abbandonato il Pd in questi anni a causa delle sue politiche e dei suoi atteggiamenti arroganti”. Il diretto interessato respinge le accuse facendo notare che “la scissione nel Pd era gia’ avvenuta: milioni di elettori se n’erano gia’ andati, in particolare l’elettorato di sinistra”, spiega D’Alema per poi sottolineare, anche lui, di essere in presenza di “ossessioni da non alimentare”.

Andrea Orlando, avversario diretto di Renzi alla segreteria, non si sottrae al dibattito, ma invita a ricercare le cause della scissioni al di la’ della persona di D’Alema. Certo, anche il presidente della Fondazione Italianieuropei “ha delle responsabilita’”, ma le condivide con lo stesso Renzi: “C’e’ un malessere tra tante persone che sono rimaste a casa in questi anni e che hanno perduto la speranza nel Pd. La mia candidatura e’ in campo anche per questo, perche’ questa speranza non vada delusa”, ha spiegato Orlando. Se il futuro e’, per Renzi, un territorio da esplorare e le nuove tecnologie una opportunita’, per Orlando le due cose sono delle incognite che interpellano un partito come il Pd. Di lavoro e delle diseguaglianze prodotte dalle trasformazioni del tessuto economico”, e’ il monito di Orlando, si sarebbe dovuto “discutere prima”. Ma, come diceva il maestro Manzi, “non e’ mai troppo tardi. Il referendum ci ha detto esattamente questo: nel Paese ci sono profondissime disuguaglianze, che la trasformazione del tessuto economico produce grandissime sofferenze e c’e’ bisogno di prendersi cura e guidare questi processi”, ha spiegato Orlando.

Se i primi due candidati son gia’ in piena campagna, Michele Emiliano sembra ancora nella fase dello studio dell’avversario. In una intervista al Tg Norba 24, Emiliano si sofferma a parlare della discesa in campo di Orlando: “Il ministro della Giustizia e’ piu’ forte al Nord, molto forte al Nord, dove io sono un po’ piu’ debole. Quindi si occupa uno spazio in cui si rischiava di perdere e che Renzi avrebbe quasi per inerzia trattenuto. Adesso l’inerzia in questo congresso non c’e’ piu’, ogni militante potra’ scegliere”. E potra’ scegliere, sottolinea Emiliano, non solo sulla base dei contenuti: “In questo congresso possono votare tutti, anche chi on e’ tesserato al Partito democratico puo’ andare a votare. Se qualcuno si vuole togliere dei piedi Michele Emiliano, puo’ votare per Renzi, se qualcuno vuol togliersi dai piedi Renzi, puo’ votare Michele Emiliano”.