Dalle colorate moschee indonesiane alle macerie di Gaza: la comunità musulmana è pronta al Ramadan, il mese del digiuno islamico, il quarto dei cinque pilastri su cui si fonda la religione di Maometto. Dal 18 giugno circa 1,6 miliardi di fedeli sono chiamati ad astenersi dal mangiare e dal bere a partire dalle prime luci dell alba fino al tramonto. Fervono i preparativi nelle moschee di Ryad, dove si riuniranno i fedeli per le preghiere. Anche i mercati sono pronti per vendere il cibo che sarà consumato dopo il tramonto.In Indonesia, la polizia ha distrutto pubblicamente alcol e droga in vista del mese di digiuno. Ad Aceh, la comunità rohingya, sfuggita dalle persecuzioni, si sente sollevata di poter celebrare il ramadan in pace: “L’ultima volta che la mia famiglia è riuscita ad osservare il digiuno insieme risale a tre anni fa in Bangladesh, ma mi mancano molto mia moglie e i miei figli”, dice Muhammad Yunus. Non c’è pace invece nel mese sacro per la popolazione yemenita, stretta fra gli attacchi della coalizione guidata dall’Arabia saudita e gli attentati dell’Isis contro le moschee sciite.In Egitto, la situazione resta tesa anche nel mese sacro. Il presidente Al Sisi ha graziato 165 persone condannate per proteste illegali alla vigilia del Ramadan. Ma i giovani devono stare molto attenti: un imam ha lanciato una Fatwa: chattare su Facebook invalida il digiuno, perché distrae dal pensiero di Allah.