L’Italia non c’è. Ma gli occhi sono tutti puntati su questi Mondiali di calcio che inizieranno giovedì 14 giugno per concludersi domenica 15 luglio 2018. Mosca ha fatto le cose in grande. Non a caso la Coppa del Mondo in Russia sarà la più costosa della storia. Tenendo conto delle spese regionali per ospitare la XXI edizione della Fifa World Cup in 11 città del Paese più esteso al mondo: il budget totale del campionato supererà i 14,2 miliardi di dollari.
Gli investimenti chiave sono stati nei trasporti (6,11 miliardi), nella costruzione di infrastrutture sportive (3,45 mld) e nelle strutture di ricezione. A Mosca gli operai sono ancora al lavoro per rifare persino i sottopassaggi della metropolitana, e presentare la capitale al meglio. A detta di tutti, da Gianni Infantino, presidente della Fifa agli addetti ai lavori, sentiti da Askanews, la Russia è “pronta”, persino nelle città che inizialmente si annunciavano più problematiche: Samara e Kaliningrad. Un discorso a parte meriterebbe il contesto internazionale: già l’esperienza delle olimpiadi invernali di Sochi 2014, e ancora prima i Giochi di Mosca ’80, dimostrano che le grandi manifestazioni sportive in questa parte di mondo sono fortemente soggette alle bufere politiche.
“La propaganda (antirussa) è già iniziata” afferma il massimo politologo russo Feodor Lukyanov in una conversazione con askanews. “L’attività politica e dei media dell’Ovest si svolgerà su uno sfondo molto negativo nei nostri confronti. E non può essere altrimenti”, aggiunge, senza entrare troppo nel merito. Secondo Lukyanov tale clima “non è legato alla preparazione del Paese ai Mondiali: con quello non ha nulla a che fare”. Piuttosto “l’atmosfera” è determinata da “élite politiche” esterne. Nelle parole di Lukyanov si sente la eco degli scontri tra Ovest e Mosca e della recente tempesta politico-diplomatica che ha contraddistinto il caso Skripal. In seguito alla quale i reali inglesi, su decisione di Londra, non verranno a seguire le partite. E dunque occhi puntati su chi ci sarà in tribuna d’onore il 14 giugno allo stadio Luzhniki, per la partita inaugurale tra Russia e Arabia Saudita (ironia del sorteggio: il primo match è tra i principali produttori di petrolio al mondo).
L’ospitata russa del Mondiale è un progetto guidato personalmente da Putin, secondo le parole dell’ex ministro dello sport Vitaly Mutko. Quindi ha chiaramente una valenza politica molto profonda, sul piano internazionale, benchè si tratti di calcio. Non a caso l’investimento è record, le misure di sicurezza altissime e sono stati tutti mobilitati. Il precedente record di spesa apparteneva all’ultimo mondiale in Brasile, dove le autorità ci misero 11,6 miliardi di dollari. Ma già (l’allora premier) Vladimir Putin in una conferenza stampa a Zurigo, subito dopo la vittoria della candidatura russa – la principale rivale manco a dirlo era l’Inghilterra – aveva spiegato che per “minimizzare la spesa pubblica”, non escludeva che alcuni oligarchi avrebbero partecipato agli investimenti dal momento che “hanno un sacco di soldi”, secondo Putin citato dall’agenzia Rbk.
I piani inizialmente erano ancora più faraonici di oggi. Comprendevano persino l’alta velocità tra Mosca e Sochi e con la Ue. Era previsto che le partite della Coppa del Mondo si tenessero in 16 stadi in 14 città. Tuttavia, nel piano finale approvato, il loro numero è sceso a 12 arene in 11 città. In particolare, è stato deciso di abbandonare la costruzione dello stadio nella regione di Mosca e la ricostruzione dei quello di Yaroslavl. In corso d’opera il budget previsto oscillò tra i 9,4 e i 14,2 miliardi odierni. Sempre secondo Rbk lo stadio più caro in assoluto si è rivelato quello di San Pietroburgo la cui costruzione è costata 44 miliardi di rubli. Meno della metà è costato Rostov. Altri 21 miliardi di rubli dal bilancio federale sono stati spesi per la costruzione e la ricostruzione di 92 campi di allenamento. In totale, la costruzione di sette nuovi stadi e campi di allenamento per i Campionati del Mondo è costata 149 miliardi di rubli.
Pillola di colore: a Rostov durante la Coppa del Mondo saranno chiamati 200 cosacchi, tra cui 30 a cavallo. L’amministrazione della regione prevede che la presenza di combattenti cosacchi durante la Coppa del mondo non solo aumenterà la sicurezza, ma attirerà l’attenzione degli stranieri. E quanti saranno i tifosi per ora è un quesito ancora aperto. Uno studio ufficiale prevede circa 570.000 tifosi da diverse parti del mondo, mentre all’Associazione dei Tour Operator della Russia pensano che i turisti stranieri non saranno più di 400 mila. Peraltro il contributo del turismo al PIL russo, in base alle proiezioni, sarà di 2 miliardi di dollari nel 2018, e, naturalmente, la parte del leone di questi flussi lo farà proprio la Coppa del Mondo. A 30 giorni dall’inizio del campionato, il direttore generale del comitato organizzatore “Russia-2018” ha annunciato che l’89% dei biglietti era esaurito.
Gli organizzatori si aspettano che il flusso turistico non solo aumenti, ma anche il livello delle spese cambi. In primo luogo, i turisti arriveranno in media per 12 giorni, il che è 2,5 volte un tempo più lungo dei turisti medi abituali. In secondo luogo, la composizione cambierà: ci saranno più ospiti da lontano e, quindi, più disposti a spendere. In terzo luogo, ci sarà un aumento dei prezzi per i trasporti, alloggio e cibo, che colpisce non solo i tifosi, ma anche i turisti normali. Quanto ai ritorni in uno studio sull’impatto della Coppa del Mondo 2018 per l’economia si dice che la preparazione e l’organizzazione ha creato 220 mila posti di lavoro, che hanno contribuito ad un aumento del reddito delle famiglie a 414 miliardi di rubli. E un po’ ci guadagna anche lo Stato: 150 miliardi di rubli di tasse aggiuntive sono confluiti ai bilanci federali e regionali. askanews