Al via il processo per Rigopiano, il dolore dei parenti

Al via il processo per Rigopiano, il dolore dei parenti
Sergio Mattarella durante l'incontro con i familiari della vittime e i superstiti della tragedia dell'Hotel Rigopianio
16 luglio 2019

Avanzate circa 110 richieste di costituzione di parte civile, questa mattina nell’aula uno del tribunale di Pescara, nell’ambito della prima udienza preliminare relativa all’inchiesta madre sul disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), travolto da una valanga il 18 gennaio 2017. Nella tragedia persero la vita 29 persone. A rischiare il processo sono 24 imputati, piu’ la societa’ Gran Sasso Resort Spa, accusati a vario titolo di crollo di costruzioni o altri disastri colposi, omicidio e lesioni colpose, abuso d’ufficio e falso ideologico. In aula una cinquantina di familiari delle vittime, che hanno indossato magliette bianche con le immagini dei loro cari. Presenti solo 7 imputati, tra i quali il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, e il dirigente regionale Pierluigi Caputi. Assenti gli imputati piu’ in vista, l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo e l’ex presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco.

Nel corso dell’udienza, davanti al gup Gianluca Sarandrea, hanno chiesto di costituirsi parte civile, oltre ai familiari delle vittime e ai superstiti, anche il Comune di Farindola, l’Inail e le associazioni Codacons e Cittadinanzattiva. Le difese hanno chiesto tempo per esaminare le richieste e l’udienza e’ stata aggiornata al prossimo 27 settembre. “Prima! – ha gridato il superstite Giampaolo Matrone, dallo spazio riservato al pubblico, mentre giudice e avvocati cercavano un’intesa sulla data e a causa dell’indisponibilita’ di alcuni legali l’udienza sembrava destinata a slittare a ottobre – Attendiamo da due anni e mezzo”.

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Il giudice ha richiamato Matrone con fermezza, ma senza eccessiva durezza, spiegandogli che si stava facendo il possibile per fissare una data ravvicinata. “Dobbiamo essere ottimisti per forza, altrimenti non riusciremmo ad andare avanti – ha detto Gianluca Tanda, presidente del Comitato vittime, al termine dell’udienza – Siamo fiduciosi che emergera’ la verita’ e solo con quella ci sara’ davvero giustizia”. Soddisfatto l’avvocato Romolo Reboa, che assiste i familiari di quattro vittime della tragedia. “Il giudice mi e’ sembrato davvero capace di gestire un’udienza tecnicamente molto difficile – ha affermato il legale – Finora ha mostrato di avere polso e fermezza, ma anche comprensione e umanita’, tutte qualita’ necessarie in casi come questo”.

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