Al via riforma Camere commercio, si dimezzeranno
È partita la riforma delle Camere di commercio, che porterà al dimezzamento del loro numero. Il comitato esecutivo di Unioncamere ha varato infatti “l’operazione riordino prendendo atto delle prime indicazioni maturate a livello regionale. La richiesta era di indicare le possibili aggregazioni per portare il numero totale delle Camere dalle attuali 105 a non più di 50-60”.
“Tredici unioni regionali – sottolinea Unioncamere – hanno già provveduto ad approvare l’accorpamento delle strutture camerali del proprio territorio, mentre le rimanenti formalizzeranno l’analogo percorso nei prossimi giorni. Gli accorpamenti tendono a creare realtà locali con un bacino pari ad almeno 80mila imprese che coniuga sostenibilità economica e valorizzazione dei territori”. Entro l’autunno “tutte le Camere di commercio saranno impegnate a deliberare il nuovo assetto”.
Le 12 unioni regionali, spiega Unioncamere, “che hanno già compiuto il primo, determinante passo sono l’Abruzzo (che porterà a 2 le 4 camere di commercio esistenti, con l’accorpamento di Teramo e L’Aquila e di Pescara e Chieti), la Basilicata (da 2 a 1), la Calabria (da 5 a 3), la Campania (da 5 a 4, con Avellino e Benevento destinate a unificarsi), l’Emilia-Romagna (da 9 a 4), il Lazio (da 5 a 2, ovvero l’area metropolitana di Roma e le altre province insieme), la Liguria (da 4 a 2, l’area metropolitana di Genova e l’accorpamento in una sola strutture delle rimanenti province), il Molise (da 2 a 1), il Piemonte (da 8 a 3, con Torino, la Camera del Sud e la Camera del Nord Piemonte), la Puglia (da 5 a 3 in virtù degli accorpamenti di Bari e Taranto e di Brindisi e Lecce), il Veneto (da 7 a 5) e l’Umbria (da 2 a 1)”. La geografia camerale non muterà, invece, in Trentino Alto Adige, dati i vincoli delle due province a statuto speciale, e in Valle d’Aosta, dove esiste una sola camera di commercio.
Riduzione analoghe “sono previste per le altre 6 regioni, nelle quali il processo di accorpamento sarà formalizzato a breve, rispettando la richiesta di Unioncamere di indicare fusioni fra camere di commercio per giungere a nuovi enti che abbiano un bacino di imprese superiore alle 80mila unità”. In Lombardia, in particolare, “Regione e camere di commercio hanno costituito un tavolo lombardo per affrontare i temi della riforma”.
La riorganizzazione, aggiunge Unioncamere, “non si limiterà a una riduzione del numero delle camere di commercio. Ssostanzialmente questa operazione, una volta giunta a regime, consentirà al sistema camerale di realizzare importanti economie, almeno pari a quelle previste nel decreto sulla pubblica amministrazione approvato dal governo, grazie anche all’adozione di costi standard e alla razionalizzazione delle società del sistema”.
“Come si conviene a istituzioni ‘del fare’ – afferma il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – quali sono le camere di commercio, stiamo portando a termine il processo di riorganizzazione delle 105 strutture presenti sul territorio. Il processo di accorpamento intrapreso, ragionato e condiviso, punta certamente a una riduzione delle spese, ma anche – sottolinea – alla salvaguardia delle specificità territoriali del nostro sistema produttivo al quale è diretta l’azione di servizio svolta dalle camere di commercio”.
“Il nostro obiettivo è quindi sì di spending review – aggiunge Dardanello – ma anche di ottimizzazione delle azioni di supporto alle imprese, soprattutto di piccole dimensioni, che peraltro, in queste settimane in cui tanto si è discusso di taglio drastico delle risorse del sistema camerale e del suo possibile ridimensionamento funzionale, non ci hanno fatto mai mancare il loro sostegno”.