L’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin è durato più del previsto, due ore e quindici minuti, e ha toccato diversi argomenti, la Siria, la Corea del Nord, il terrorismo e l’Ucraina. E tra i due leader ci sarebbe stata subito “una chiara alchimia”, come confermato dal segretario di Stato americano, Rex Tillerson, presente al faccia a faccia. Ma tra i due presidenti non è mancato “uno scambio molto vigoroso e lungo” sulle interferenze russe nelle elezioni americane. Trump ha fatto pressioni su Putin, che come sempre ha negato, chiedendo “prove” agli Stati Uniti. Secondo Tillerson e alcune fonti del governo americano, il presidente Usa non avrebbe ceduto, chiedendo a Putin spiegazioni sull’attacco hacker. Il primo faccia a faccia tra Trump e Putin arriva in un momento di forti tensioni tra i due Paesi, sia per le nuove sanzioni imposte da Washington a Mosca per la questione ucraina, sia per l’indagine sulle connessioni tra la campagna elettorale di Trump e il Cremlino, che ormai gli Stati Uniti danno per certe. La decisione di Trump di discutere il tema rappresenta inoltre un importante cambiamento di strategia, visto che solo venerdì aveva ancora una volta messo in dubbio il tentativo di hacker russi di condizionare le elezioni dello scorso novembre. Tillerson ha poi aggiunto che i due sono d’accordo sul fatto che questa visione opposta “sia un ostacolo all’avanzamento delle relazioni”, anche se Trump ha poi fatto intendere che nonostante questo disaccordo i due Paesi possono continuare a lavorare insieme su altri temi importanti.
Come ha detto Trump – che ha definito l’incontro “un’ottima discussione” – sin dall’inizio non è stata seguita un’agenda precisa, ma i due leader hanno parlato molto di Siria, arrivando insieme alla Giordania a un accordo sul cessate il fuoco nella regione sud-ovest del Paese che inizierà domani, domenica. La decisione dovrebbe rappresentare una nuova iniziativa per cercare di mettere fine alla guerra civile che continua da sei anni. Poco dopo l’incontro tra i due, Tillerson ha anche detto che “Assad alla fine lascerà il potere”. L’accordo sul cessate il fuoco per il segretario di Stato rappresenta la prova che “Stati Uniti e Russia possono collaborare”. Nelle oltre due ore di discussione i presidenti di Stati Uniti e Russia hanno anche parlato di Corea del Nord. Come ha sottolineato Tillerson, la Russia ha “una visione leggermente diversa” rispetto a quella americana, ma ha assicurato che Washington continuerà a fare pressioni su Mosca affinché si impegni a risolvere la crisi nucleare di Pyongyang. Sull’Ucraina sembra che la Russia voglia riuscire a collaborare con gli Stati Uniti per risolvere le tensioni, scrive il Wall Street Journal, anche se non è stato diffuso alcun dettaglio. Prima della fine del bilaterale, Trump avrebbe di nuovo insistito con Putin: il presidente americano – ha aggiunto Tillerson – vuole che il Cremlino si impegni a non interferire più nelle elezioni degli Stati Uniti o di altri Paesi stranieri.