Ad Aleppo si continua a morire per sconfiggere l’Isis. Prima vittima Usa, decine di morti sotto le macerie

GUERRA IN SIRIA Onu: “I russi non vogliono la distruzione della città ma questo non vuol dire che governo siriano sia della stessa opinione”

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Un soldato americano è rimasto ucciso nel Nord della Siria, prima vittima delle forze Usa dispiegate nel Paese per organizzare l’offensiva contro i jihadisti dello Stato islamico (Isis). Si tratta di un agente delle Forze speciali americane, morto nell’esplosione di un ordigno improvvisato nei pressi di Ayn Issa, nel Nord della Siria. Sono oltre 300 gli agenti delle forze speciali presenti in Siria per reclutare, addestrare e consigliare i combattenti curdi e arabi impegnati sul terreno contro l’Isis. La zona dove è rimasto ucciso il militare americano, Ayn Issa, è a metà strada tra la roccaforte siriana dell’Isis, Raqqa, e il confine turco, dove sono attive diverse fazioni. “Sono profondamente rattristato dalla notizia arrivata in questo giorno del ringraziamento che uno dei nostri coraggiosi militari è rimasto ucciso in Siria mentre era impegnato a proteggerci dall’Isis”, ha detto il segretario alla Difesa Ashton Carter. Almeno 6 civili, tra cui 4 donne, sono morti invece in un raid aereo della coalizione internazionale a guida Usa che combatte l’Isis nella provincia nord-orientale siriana di Raqqa.

Lo denuncia l’Osservatorio siriano per i diritti umani, aggiungendo che i caccia della coalizione hanno bombardato per errore il corteo di una cerimonia funebre nel villaggio di Al Kili.  La stessa ong fa sapere che che un altro bombardamento ha ucciso oltre 32 civili ad Aleppo est, tra cui cinque bambini, nell’area controllata dai ribelli. L’Osservatorio siriano dei diritti umani ne attribuisce la responsabilita’ al regime del presidente siriano, Bashar Assad. “Vi sono molti feriti, cadaveri e gente sotto le macerie”, ha riferito la ong. Il giornalista dell’agenzia France Presse ha riferito di essersi recato nel quartiere di Al-Mahsad e aver visto di persona soccorritori impegnati a estrarre corpi da un edificio colpito, che era gia’ stato centrati dai bombardamenti in passato. Dal 15 novembre scorso, ha sottolineato l’Osservatorio, Aleppo ha visto la morte di almeno 188 civili, tra i quali 27 bambini, mentre questo giovedi’ si e’ rivelato come “uno dei giorni con il bilancio delle vittime piu’ grave”.

Sul fronte politico, intanto,  l’inviato Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ha sapere che i russi non vogliono la totale distruzione di Aleppo, in Siria, ma non è detto che il governo di Damasco sia della stessa opinione, sottolineando che le Nazioni unite sono pronti a far evacuare dalla città 200 feriti, portando anche medicinali alla popolazione. “La battaglia di Aleppo è basata sull’assedio di quello che rimane della zona orientale della città, con i suoi 275.000 abitanti. So per certo che i russi non vogliono la distruzione di Aleppo ma questo non vuol dire che il governo siriano sia della stessa opinione. E se anche arrivasse la fine della città di Aleppo, che sarebbe tragica in termini anche morali, psicologici, storici, oltretutto a ridosso del Natale e prima dell`insediamento di una nuova presidenza americana, sappiamo bene che questo non significherebbe la fine della guerra. Ne scaturirebbe una guerriglia continua e questa è una soluzione che nessuno può volere, neanche il governo siriano”, ha concluso De Mistura.