Quaglieriello: Alfano come i Brutos, schiaffeggiato e contento
L’AFFONDO L’ex coordinatore Ncd parla dopo l’addio: “Un leader di partito deve poter fare polemiche. Progetto finito”
L’Ncd? “Tra due anni, per trovare l’ultimo elettore ci sarà bisogno dell’archeologo”. Alfano? “È la sindrome dei Brutos. Quel carosello in cui alla fine, invariabilmente, uno del gruppo prendeva un ceffone. Ed era pure contento di prenderlo”. A dirlo è Gaetano Quagliariello, ex coordinatore Ncd, in una intervista rilasciata all’Espresso. Ripercorrendo i due anni di storia del Nuovo centrodestra, l’ex ministro delle Riforme spiega il senso di una scommessa mancata, per eccessivo appiattimento su Renzi: “Abbiamo collaborato fino in fondo al processo di riforma”, ma sul governo “si doveva sparigliare”.
A partire da Alfano: se “la sua leadership è stata una scelta obbligata”, per Quagliariello l’errore è stato che restasse anche ministro dell’Interno: “Un leader di partito deve poter fare polemiche”, “il doppio ruolo ha innescato un conflitto profondo”. Lo dimostra anche il percorso delle unioni civili: “Sono nel programma del Pd, ministri e sottosegretari ci mettono la faccia, i Cinque Stelle sono pronti a votarle. Quadro strano, per un alleato di governo: ancora più strano dirsene soddisfatti!”. Oggi Quagliariello punta a creare una “alternativa a Renzi” (ma “non farò un altro partito”) e definisce “impossibile” che nasca dal partito di Alfano: “Avevamo pensato di costruire un nuovo centrodestra”, ma serviva “essere autonomi, coraggiosi, originali”, dice l’ex ministro: “Invece l’Ncd si ostina a raccontare di aver conquistato Renzi. Ma sembra una barzelletta! Renzi fa cose da Renzi. Fa tutto lui”.