Sembra così concludersi un lungo cammino di risanamento della compagnia ex di bandiera avviato nel 2009 con l’arrivo dei “capitani coraggiosi” che rilevarono le attività della vecchia Alitalia per dar vita alla Cai (Compagnia aerea italiana) che ora passa il testimone alla Sai (Società aerea italiana). La nuova Alitalia, al di là delle divise e del nome, sarà diversa soprattutto nella strategia. Se la vecchia Cai all’inizio puntava tutto sul mercato domestico e soprattutto sulla rotta Roma-Milano, la nuova Sai si proietta sulle rotte internazionali sfruttando le connessioni offerte dal network di Etihad che in Europa conta già alleanze con Air Berlin e Aer Lingus. Il nuovo piano farà perno su Roma Fiumicino che diventerà un hub intercontinentale ancora più grande in Europa. E’ prevista l’introduzione di cinque nuove rotte nell’arco dei prossimi quattro anni, mentre i voli a lungo raggio da Milano Malpensa saranno più che raddoppiati, raggiungendo i 25 voli a settimana entro il 2018.
Si prevede che la flotta Alitalia di aerei a fusoliera larga (per le destinazioni a lungo raggio) crescerà di un terzo, mentre la flotta a fusoliera stretta (per le destinazioni a corto e medio raggio) sarà ridimensionata per soddisfare i requisiti del nuovo piano voli. Nuovo anche il Consiglio di amministrazione che guiderà il rilancio della compagnia. Gabriele Del Torchio, l’uomo che ha guidato e concluso le trattative, a volte anche difficili, con Etihad lascia il testimone a Silvano Cassano che diventerà pienamente operativo nelle sue funzioni di amministratore delegato dal primo gennaio. Presidente, non esecutivo, è Luca Cordero di Montezemolo, affiancato dal numero uno di Etihad, James Hogan, nominato vice presidente, anche non esecutivo. Roberto Colaninno resta in qualità di consigliere non esecutivo e presidente onorario. Gli altri componenti del Cda sono Giovanni Bisignani, Paolo Colombo, Antonella Mansi, Jean Pierre Mustier e James Rigney.