Lunedi’ prossimo l’amministratore delegato di Alitalia, Gabriele Del Torchio, volera’ ad Abu Dhabi per avviare con Etihad la trattativa vera e propria, dopo le schermaglie dei giorni scorsi, caratterizzate da lettere con condizioni, repliche e controrepliche. Del Torchio si presentera’ negli Emirati Arabi Uniti con una serie di carte in mano corrispondenti alle richieste avanzate dalla compagnia emiratina, giudicate dal vettore arabo indispensabili per proseguire la trattativa dopo il brusco stop di due settimane fa. Propedeutico alla missione di lunedi’ di Del Torchio nel Golfo e’ stato oggi l’incontro con le banche creditrici a Milano, Unicredit, Intesa SanPaolo, Mps e Banca popolare di Sondrio.
Del Torchio, accompagnato dal presidente della compagnia, Roberto Colaninno, non ha rilasciato dichiarazioni al termine dell’incontro anche se la discussione e’ servita molto probabilmente a fare il punto su una delle richieste principali di Etihad, ovvero la trasformazione di circa la meta’ del debito di Alitalia, ovvero 500 milioni, in strumenti di partecipazione azionaria. Nella giornata di oggi, Del Torchio ha sentito anche gli azionisti di Alitalia e con loro, presumibilmente, ha affrontato il nodo della manleva richiesta da Etihad sulle pendenze del passato. Per quanto riguarda poi le altre richieste di sistema avanzate dalla compagnia degli Emirati Arabai Uniti come i collegamenti ferroviari cad alta velocita’ degli aeroporti e la liberalizzazione di Linate, il Governo avrebbe dato sostanziali rassicurazioni da presentare agli emiri.
Infine, Del Torchio potra’ arrivare ad Abu Dhabi presentanto un programma di risparmi anche maggiore rispetto al piano industriale che predeva tagli per 400 milioni, avendo elevato l’obiettivo a 500 milioni annui. Sul fronte del taglio del costo del lavoro per altri 48 milioni di euro, i sindacati pero’ vogliono prima vedere sul tavolo un’offerta concreta di Etihad per un piano di sviluppo della compagnia italiana. Quest’oggi infatti, nel secondo incontro con l’azienda, i sindacati hanno ribadito la loro indisponibilita’ a discutere su nuovi sacrifici per i lavoratori in mancanza di certezze sul futuro industriale dell’azienda. (Asca)