La vertenza Alitalia sembra decollare. Azienda e sindacati, infatti, dopo una riunione fiume al ministero per lo Sviluppo economico, durata quasi 18 ore, intorno alle due di questa mattina hanno raggiunto un’intesa sul piano industriale grazie alla mediazione del Governo. E’ stato firmato un verbale di preaccordo che ora dovrà essere confermato da un referendum tra i lavoratori per la ratifica dell’intesa che prevede una riduzione degli esuberi a tempo indeterminato da 1.338 a 980 e un taglio degli stipendi, inizialmente previsto tra il 20 e il 30%, all’8%. Il referendum tra i lavoratori della compagnia dovrebbe partire il 19 aprile e dovrebbe durare sei giorni. Lo sottolineano fonti sindacali, le quali però precisano che la data esatta della consultazione e la sua tempistica saranno decise ufficialmente nella riunione intersindacale convocata per martedì prossimo. Il 26 aprile, inoltre, è previsto poi un nuovo passaggio al Mise, alla presenza del Governo, per ratificare i risultati della consultazione. Il verbale di preaccordo, in particolare, che la riduzione degli esuberi sia realizzata attraverso il superamento delle esternalizzazioni in alcune aree, tra cui la manutenzione, il ricorso alla Cigs per due anni a partire dal prossimo mese, l’attivazione di programmi di politiche attive per il lavoro (riqualificazione e formazione del personale), misure di incentivazione all’esodo e miglioramenti di produttività ed efficienza, con rinvio in azienda entro maggio per la loro definizione.
Per il personale navigante sono previsti scatti di azianità triennali, con il primo a partire dal 2020, un tetto del 25% agli aumenti salariali nel caso di promozioni, applicazione dei livelli retributivi “city liner” per i nuovi assunti indipendentemente dall’aeromobile di impiego, la riduzione di un assistente di volo nei collegamenti a lungo raggio, la riduzione dei riposi annuali da 120 a 108, con un minimo di 7 nel mese, esodi incentivati dei piloti e assistenti di volo, superamento dell’Ivr, Ivia e Ivi per i sistemi retributivi, superamento e riproporzionamento delle fasce di indennità di volo oraria per il personale part time. Al termine del contratto di solidarietà saranno valutate le possibilità della trasformazione del part time in coerenza delle esigenze aziendali e la prosecuzione del contratto di solidarietà fino alla scadenza prevista per legge, ovvero fino al 24 settembre 2018. Inoltre, l’azienda si impegna, nell’eventualità di un biennio continuativo con un Ebitda positivo e comunque non prima del 2022, a discutere con i sindacati per un eventuale recupero del taglio salariale. A questo punto, riporta il verbale, “l’azienda ritiene, rispetto a quanto deliberato dal Cda, di aver sfruttato ogni margine di flessibilità negoziale”.
L’AZIENDA
Il cda dell’Alitalia è soddisfatto per il pre-accordo siglato con i sindacati sul nuovo piano industriale. Il presidente designato dell’Alitalia, Luigi Gubitosi, al termine del cda parla di “un grosso passo avanti, non abbiamo ottenuto tutto ciò che volevamo ma l’importante è che siamo soddisfatti”. L’aspetto più positivo, per Gubitosi, “è che, nell’ipotesi che venga approvato il referendum, abbiamo sbloccato il finanziamento”. Come ha spiegato lo stesso Gubitosi, “si tratta di 2 miliardi di cui 900 milioni di nuova cassa. E ciò è importante perché ci servirà per cercare di riportare l’azienda da una situazione molto negativa, dopo un pessimo 2016 e anche la prima parte del 2017, ad invertire la rotta. Il servizio ora sta andando molto bene e abbiamo un buon aprile, perché i voli sono pieni”. Anche l’ad Alitalia Cramer Ball è “soddisfatto” e soprattutto “per il rispetto della deadline”.
GOVERNO E SINDACATI
“Si è partiti da una proposta dell’azienda che prevedeva una manovra sul costo del lavoro di circa 368 milioni, l’abbiamo fatta abbassare di cento – ha sottolineato il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan – All’inizio l’azienda era partita da una richiesta del 30% di abbassamento del costo del lavoro per poi passare al 15%, alla fine l’abbiamo poi portata all’8%, ovviamente lavorando molto sulla produttività, lavorando molto sui salari di ingresso per i nuovi assunti, lavorando anche sugli scatti che diventano triennali, però con una prospettiva di crescita dell’impresa”. “Noi siamo arrivati a questo, e abbiamo preso atto che è il limite massimo a cui poteva arrivare la trattativa, e ci sembra un limite soddisfacente per la situazione dell’impresa, la situazione finanziaria, ma anche per il punto di partenza del confronto – ha precisato Furlan – Ora ovviamente tutto questo sarà presentato ai lavoratori, ci sarà la consultazione dei lavoratori, ma io credo che questo sia anche un modo responsabile di tutti i soggetti per credere nel futuro di Alitalia. Un altro aspetto importante è che non parliamo più di licenziamenti, parliamo di cassa integrazione, di utilizzo degli ammortizzatori sociali per il personale di terra coinvolto nel processo”. “Abbiamo fatto uno sforzo importante e dobbiamo dare atto a tutte le parti di aver messo in campo una disponibilità che dà il senso di attaccamento”, ha commentato in nottata il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che ha seguito le trattative in prima persona assieme ai colleghi che si occupano di Trasporti (Graziano Delrio) e di Sviluppo economico (Carlo Calenda). “Siamo soddisfatti – ha sottolineato Delrio – perché abbiamo ottenuto più aeromobili, meno esuberi e di tenere le attività di manutenzione all’interno dell’Alitalia: crediamo di aver ridotto al minimo il taglio dei salari”.