In Rai è scontro totale. Al settimo piano di Viale Mazzini s’è quasi sfiorata la rissa. Fabrizio Salini è una furia. L’ad della tv di Stato ha la sensazione che gli stia scappando il timone dalle mani. L’ex manager Sky e La7 è venuto a conoscenza in diretta tv del “taglio” delle tre puntate di “Che Fuori Tempo Che Fa”. Nessuno, in pratica, lo aveva avvertito prima che il milionario presentatore Fabio Fazio facesse il relativo annuncio ai telespettatori. Non si dà pace, Salini, che non riesce a mandar giù la mossa “occulta” dei suoi dirigenti a cui chiede lumi, per usare un eufemismo. Nel mirino il direttore di Rai1, Teresa De Santis, e il direttore dei palinsesti Rai, Marcello Ciannamea. Tutti ingredienti sufficienti per accendere l’ennesima polemica sull’azienda oramai bollata “verdegiallo”. All’interno di Viale Mazzini accuse e minacce si incrociano tra i piani del popolare edificio. I bene informati parlano di un duro scontro al settimo piano tra la De Santis e Salini. Fuori il palazzo, le cose non vanno meglio. Irrompe la Commissione di Vigilanza Rai.
“È paradossale che ad annunciare una modifica sostanziale del palinsesto della principale rete Rai sia un conduttore, peraltro esterno all’azienda, e che lo faccia rivolgendosi direttamente ai telespettatori, con una sorta di ‘comunicazione di servizio’ che non gli compete” tuona il presidente dell’organismo parlamentare, Alberto Barachini. A conferma dell’atmosfera “pesante” che regna in Rai, le dichiarazioni di Rita Borioni, consigliera di amministrazione Rai in quota Pd, rilasciate nei giorni scorsi in un’intervista: “Penso si voglia dare una bella botta a questa azienda, al servizio pubblico. E che Fabio Fazio sia diventato il capro espiatorio di una situazione, di un clima interno ed esterno che vede in lui un bersaglio da colpire”. L’Usigrai è convinta, invece, che in Rai “operano 2 aziende: una ufficiale – che risponde all’amministratore delegato – e una parallela, che opera alle spalle dell’ad ed esegue ordini politici”. Anche la Fnsi gioca il suo carico, chiedendosi se Salini sia ancora l’amministratore delegato o se siano stati “già nominati Foa e Bannon”, quest’ultimo lo stratega della comunicazione nella corsa di Donald Trump per l’elezione alla Casa Bianca. Tutto pane per la politica, oggi più che mai in campagna elettorale e sempre pronta a cavalcare il cavallo di Viale Mazzini. Matteo Salvini gongola.
“Per me Fazio può andare in onda 365 giorni all’anno, più fa comizi di sinistra e più la Lega guadagna voti – ha scandito il leader della Lega -. L’unica cosa che mi secca – ha concluso – è che lo faccia pagato 3 milioni di euro dai contribuenti”. Il segretario del Pd addirittura parla di censura. “Su Fazio chiamatela come volete. Io la chiamo censura contro la libertà di espressione”, ha detto Nicola Zingaretti. Per Maurizio Gasparri “ci mancava il vittimismo di Fazio per censure che non esistono”. In pratica, per il componente di Fi della Commissione di vigilanza Rai, “il servizio pubblico deve programmare trasmissioni elettorali con le regole della par condicio, dando voce a tutte le liste presentate alle elezioni europee”. Una frecciata arriva dal numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti. “Penso che la libertà di espressione vada sempre garantita e che queste polemiche non hanno molto senso – ha puntellato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio -. Questo però significa che va sempre garantita, per esempio, anche a Radio Radicale, che invece qualcuno vorrebbe chiudere”. Intanto, Viale Mazzini cerca di mettere una toppa in merito alle tre puntate del programma previste il 20 e 27 maggio e il 3 giugno che non andranno in onda. Dalla rete ammiraglia, in estrema sintesi, spiegano che come era già avvenuto nei lunedì successivi alle recenti tornate amministrative, anche per queste elezioni europee i palinsesti prevedevano già delle modifiche. Ci saranno altre puntate, almeno sulle polemiche.