È durato alcune ore l’allarme bomba che ieri pomeriggio ha coinvolto un volo dell’American Airlines, il AA292, partito da New York e diretto a Delhi. L’aereo, con a bordo 199 passeggeri e 15 membri dell’equipaggio, è stato dirottato verso l’aeroporto di Fiumicino, su richiesta della stessa compagnia, per effettuare controlli di sicurezza. Dopo ore di verifiche, l’esito è stato negativo: nessuna minaccia reale a bordo. I passeggeri, scesi dall’aeromobile, potranno presumibilmente riprendere il viaggio oggi.
L’allerta è scattata nel pomeriggio, quando il velivolo si trovava sopra il Mar Caspio. A seguito della segnalazione di una possibile bomba, il volo ha invertito la rotta, dirigendosi verso Roma sotto la scorta di due Eurofighter dell’Aeronautica Militare italiana. I caccia, decollati da Grosseto poco dopo le 16 su ordine del Combined Air Operation Centre di Torrejon, in Spagna, hanno accompagnato l’aereo fino all’atterraggio sicuro, avvenuto alle 17:22 nello scalo capitolino. Una volta a terra, i passeggeri e l’equipaggio sono stati fatti scendere e trasferiti nel canale sicurezza di Fiumicino.
Immediate sono scattate le procedure di verifica: la Polaria, con l’ausilio di unità cinofile e artificieri, ha ispezionato il velivolo, la stiva, i bagagli e le merci. Nessuna traccia di ordigni o pericoli è stata rilevata, confermando che si trattava di un falso allarme. Dei 199 passeggeri, circa 60 sono cittadini extra-Schengen sprovvisti di visto. Per loro, è stata prevista assistenza presso lo scalo da parte dell’handler della compagnia e del personale di Aeroporti di Roma. Gli altri invece sono stati ospitati in hotel in attesa della ripartenza del volo, prevista per oggi. Dopo aver sorvolato l’Atlantico per tutta la notte e attraversato l’Europa, il Mar Nero e il Mar Caspio, l’aereo ha dunque raggiunto una destinazione imprevista: Roma.
Ma perché Fiumicino? La scelta della capitale italiana come scalo per l’atterraggio d’emergenza sembra legata alla presenza di personale di terra American Airlines ritenuto adeguato per gestire sia l’emergenza sia l’assistenza ai passeggeri, catapultati in una città lontana dalla loro meta originaria. Lungo la rotta del volo, infatti, c’erano altri hub potenzialmente utilizzabili, come Istanbul o Dubai. La decisione di optare per Roma lascia supporre che la minaccia, pur presa sul serio, sia stata valutata come non così urgente da richiedere un atterraggio immediato in una destinazione più vicina.
Un’ipotesi che sottolinea la gestione cauta e controllata della situazione da parte della compagnia. L’incidente, per quanto risolto senza conseguenze, evidenzia ancora una volta l’attenzione costante delle autorità aeronautiche e delle compagnie per la sicurezza dei voli, anche di fronte a segnalazioni che, come in questo caso, si rivelano infondate.