Acque italiane, sia superficiali sia sotterranee, ampiamente contaminate, soprattutto da pesticidi. E, tra i contaminanti, i più presenti sono gli erbicidi e in particolare il glifosato. E’ quanto emerge dal rapporto nazionale ‘Pesticidi nelle acqua’ dell’Ispra, riferito a dati 2013-2014, dal quale emerge che il 63,9% delle acque superficiali italiane sono contaminate da pesticidi, come anche il 31,7% delle acque sotterranee. E se alcune Regioni, soprattutto al Sud, non fanno pervenire i dati necessari per il monitoraggio, in alcune Regioni come Veneto, Lombardia, Emilia Romana, Toscana e Umbria la contaminazione è ben più alta del dato nazionale, in alcuni casi arriva addirittura al 95%, come nel caso dell’Umbria. Partendo dal presupposto che in Italia in agricoltura si utilizzano ogni anno circa 130.000 tonnellate di prodotti fitosanitari, nel biennio 2013-2014 sono stati analizzati 29.220 campioni di acqua per un totale di 1.351.718 misure analitiche, con un aumento rispettivamente del 4,3% e del 11,8% nei confronti del biennio precedente. “La copertura del territorio nazionale, tuttavia – fa presente l’Ispra – è ancora largamente incompleta, soprattutto per quanto riguarda le regioni centro-meridionali, due regioni non hanno inviato nessun dato, e più accentuata per le acque sotterranee, dove non si hanno dati di cinque regioni”. Nel 2014, in particolare, le indagini hanno riguardato 3.747 punti di campionamento e 14.718 campioni e sono state cercate complessivamente 365 sostanze.
Nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio controllati (nel 2012 la percentuale era 56,9). Nelle acque sotterranee sono risultati contaminati il 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012). Le concentrazioni misurate sono in genere frazioni di µg/L (parti per miliardo), ma gli effetti nocivi delle sostanze si possono manifestare anche a concentrazioni molto basse. Il risultato complessivo indica un’ampia diffusione della contaminazione. I livelli sono generalmente più bassi nelle acque sotterranee, ma residui di pesticidi sono presenti anche nelle falde profonde naturalmente protette da strati geologici poco permeabili. In alcune Regioni la contaminazione è molto più diffusa del dato nazionale, arrivando a interessare oltre il 70% dei punti delle acque superficiali in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con punte del 90% in Toscana e del 95% in Umbria. Nelle acque sotterrane la diffusione della contaminazione è particolarmente elevata in Lombardia 50% punti, in Friuli 68,6%, in Sicilia 76%. Sono state trovate 224 sostanze diverse, un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti (erano 175 nel 2012). Indice, questo soprattutto, di una maggiore efficacia complessiva delle indagini.