Sono 1.920 i casi di morbillo registrati in Italia dall`inizio dell`anno. Lo evidenzia l’ultimo bollettino settimanale emesso dal Sistema di Sorveglianza Integrata Morbillo e Rosolia dell’Iss e del Ministero della Salute. 385 i contagi nel mese di aprile, cinque volte più dello stesso mese nel 2016. 29 contagi solo nell’ultima settimana. Numeri che costringono a mantenere alta l’attenzione se si considera che nell’intero 2016 i contagi erano stati circa 800. Per avere un’idea della gravità della situazione basta dare un’occhiata ai numeri dei Paesi che in Europa hanno i tassi di incidenza più alti: 365 casi in Germania nell’ultimo anno, 145 in Polonia, 126 in Francia, 105 in Svizzera, 92 in Belgio, 89 in Austria. Ad ammalarsi nel nostro Paese – che per tasso di incidenza è secondo solo alla Romania con le sue oltre 2700 infezioni – sono soprattutto giovani adulti: l’età media è 27 anni. Quasi tutte le Regioni hanno segnalato casi, ma il 92% proviene da Piemonte, Lazio, Lombardia, Toscana, Abruzzo, Veneto e Sicilia. Nell’88% dei casi i pazienti non sono vaccinati. Ma il morbillo non va sottovalutato, soprattutto da adulti: il 34% dei casi segnalati quest’anno ha avuto almeno una complicanza, il 40% è stato ricoverato, il 15% è stato costretto a rivolgersi al pronto soccorso. E si contano da inizio 2017 ben 176 casi tra gli operatori sanitari. Fra le complicanze, la più ricorrente è stata la diarrea, ma sono stati segnalati anche stomatite, cheratocongiuntivite, polmonite (10,3% dei casi), epatite (9,3%), insufficienza respiratoria (9%). E più raramente trombocitopenia, convulsioni, encefalite. Secondo l’Oms, nel contesto degli ultimi dati globali sull`incidenza delle principali malattie prevenibili dai vaccini nel periodo marzo 2016 – febbraio 2017, risulta allarmante il rapido trend di crescita dei casi italiani di morbillo: si passa dai 265 a gennaio 2017 ai 419 registrati a febbraio. A dicembre 2016 erano 90, a novembre 84, 76 a ottobre, 56 a settembre. Dei 6186 casi registrati in tutta la regione europea, quelli italiani rappresentano da soli oltre il 22% del totale.
“Abbassare i livelli di copertura vaccinale – ha spiegato Flavia Bustreo, Vice Direttore Generale, Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini dell`Organizzazione Mondiale della Sanità – permetterà il ritorno di malattie mortali che avevamo debellato. Tra il 2000 e il 2015 il vaccino ha impedito 20,3 milioni di morti nel mondo, ma gli ultimi dati dimostrano che è quanto mai urgente tornare a promuovere con efficacia, determinazione e, soprattutto, chiarezza i benefici della vaccinazione. Siamo incredibilmente fortunati a vivere in un`epoca che ha riconosciuto e sfruttato con successo il potere della vaccinazione, ma a causa della diffusione di bufale e falsi miti, spesso alimentati da ingiustificati allarmismi mediatici, stiamo rischiando di fare pericolosi passi indietro. I vaccini – ha ribadito – sono sicuri e vantaggiosi, non vi è alcuna base scientifica che provi legame o correlazione tra questi e alcune patologie come, per esempio, l`autismo”. E insieme alla comunità scientifica, il ministro Lorenzin è tornata a puntare il dito contro la diffidenza nei confronti dei vaccini: “sono sicuri e salvano vite”, ha detto, esortando le Regioni ad applicare il nuovo Piano Vaccinale Nazionale. Ma nonostante sia disponibile un vaccino sicuro ed efficace, il morbillo, evidenzia l’Oms, resta una delle principali cause di morte tra i bambini. Nel 2015 ci sono state nel mondo 134.200 morti a causa di questa malattia infettiva, nella maggior parte dei casi in bambini al di sotto dei 5 anni, circa 367 morti ogni giorno, 15 morti ogni ora. Tra il 2000 e il 2015 si stima che la vaccinazione abbia prevenuto circa 20.3 milioni di morti, favorendo un calo dei decessi per morbillo del 79%. Nel 2015 circa l`85% dei bambini nel mondo ha ricevuto una dose di vaccino contro il morbillo entro il primo anno di vita, nel 2000 la copertura era del 73%. Ma nonostante i progressi, ogni anno 1,5 milioni di bambini muoiono ancora a causa di malattie prevenibili attraverso i vaccini.