Le violenze contro le donne, nel mondo, “persistono a livelli pericolosamente alti”, nonostante le tante conquiste ottenute nel corso di una generazione nell’istruzione, nella salute e in politica. Lo afferma l’ultima analisi delle Nazioni Unite sul tema, presentata oggi dal segretario generale, Ban Ki-moon, all’Assemblea generale. Circa il 35% delle donne, un campione mondiale, ha dichiarato di aver subito violenza fisica o sessuale, o entrambe, e una ragazza su dieci con meno di 18 anni è stata costretta ad avere rapporti sessuali. Il tema è al centro di una conferenza al via oggi alle Nazioni Unite, a New York, con delegati da tutto il mondo, per analizzare i risultati ottenuti dai governi, e cosa resta da fare, a vent’anni dalla conferenza di Pechino e dall’impegno dei governi ad assicurare l’uguaglianza alle donne. Hillary Clinton, che partecipò alla conferenza di due decenni fa, parlerà domani. Il suo intervento, per il suo ruolo passato e quello – ipotizzato – di candidata alle elezioni presidenziali statunitensi del 2016, è tra i più attesi della 59esima sessione della Commissione sulle condizioni delle donne, in programma da oggi al 20 marzo.
DISCRIMINAZIONI Rispetto a Pechino, ci sono stati progressi su molti fronti: il numero delle bambine iscritte alla scuola elementare è pari a quello dei bambini, grazie a un aumento considerevole in vent’anni; la percentuale di mortalità materna è diminuita del 50 per cento. Le donne sono più rappresentate nel mondo del lavoro, ma la differenza salariale con gli uomini – per lo stesso impiego – si sta riducendo in modo così lento che ci vorranno altri 75 anni per eliminarla. Il numero delle donne in Parlamento è quasi raddoppiato, ma quattro parlamentari su cinque sono ancora di sesso maschile. Tutti, tranne 32 Paesi, hanno adottato leggi che garantiscono l’uguaglianza di genere nelle loro Costituzioni. Il numero di violenze contro le donne – compresi stupri, omicidi e molestie sessuali – rimane però alto nei Paesi ricchi e in quelli poveri. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il 38% delle donne uccise sono assassinate dai loro partner.
IL COSTO DELLE VIOLENZE Considerevole anche l’impatto economico, visto che un recente studio del think tank Copenhagen Consensus Center ha calcolato che le violenze domestiche contro donne e bambini costano all’economia globale 4.000 miliardi di dollari. Le violenze cominciano ancor prima della nascita, visti gli aborti selettivi femminili: in alcuni Paesi, come la Corea del Sud, il numero dei casi sta diminuendo, ma aumentano invece a livelli record in Paesi come l’India e Armenia. Comune è anche la molestia sessuale: negli Stati Uniti, l’83% delle ragazze tra i 12 e i 16 anni ha detto di esserne stata vittima a scuola. Le violenze contro le donne, purtroppo, spesso non sono denunciate: uno studio condotto nei Paesi dell’Unione europea ha fatto emergere che solo il 14% delle donne ha denunciato gli episodi più gravi di violenza domestica.