E’ sempre più alta la preoccupazione per il ritardo nella consegna delle dosi di vaccino anti Covid da parte di Pfizer. E così ieri sera è andato in scena un summit tra governo e Regioni. E’ stato lo stesso commissario straordinario sull’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, ad apprendere la notizia lunedì pomeriggio. In pratica, c’è un ulteriore cambio di programma deciso unilateralmente da Pfizer nella consegna dei vaccini destinati all’Italia: secondo quanto si è appreso, la casa farmaceutica statunitense ha consegnato lunedì nel nostro Paese circa 103 mila dosi delle 397mila previste per questa settimana, dopo il taglio di 165mila deciso venerdì. Ieri ne sono arrivate solo 53.820 e oggi, mercoledì, le restanti 241 mila.
L’azienda ha motivato la decisione spiegando che il ritardo è dovuto al nuovo piano di distribuzione per le prossime settimane. E quindi, ieri è stato il giorno degli sos delle Regioni e dalla preoccupazione degli esperti. “Abbiamo l’urgenza, legata alla scelta unilaterale della Pfizer di ridurre la distribuzione dei vaccini in questa settimana in Italia, d’intraprendere azioni legali concordate perché pretendiamo chiarezza e rispetto per il nostro Paese sugli accordi europei presi” ha dichiarato, il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, nel corso della riunione con le Regioni. “Anche se siamo primi in Europa nella somministrazione del vaccino – ha sottolineato – abbiamo la necessità di chiarezza sulle distribuzioni settimanali senza più riduzioni unilaterali senza preavviso”.
Per Boccia “resta confermato il piano trimestrale ipotizzato con le altre case farmaceutiche appena l’Ema darà il via libera sui nuovi vaccini. Se il 29 gennaio Ema autorizzerà AstraZeneca, sono confermate le 8 milioni di dosi per il trimestre successivo. Andiamo avanti uniti pretendendo il rispetto degli impegni. Ora serve essere molto rigorosi nel pretendere il rispetto della distribuzione delle dosi prodotte settimana per settimana”. Preoccupazione regna anche nell’Agenzia italiana del farmaco.
“Il ritardo di Pfizer è molto preoccupante – ha detto il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrin -. È stato comunicato tutto all’ultimo minuto, se si tratta di un ritardo di una sola settimana le conseguenze potrebbero non essere così gravi. Lo possiamo definire un piccolo rallentamento. L’obiettivo è riuscire a marzo a vaccinare tutti gli ultra-ottantenni e i sanitari. Sono sicuro che ci riusciremo”. Magrini poi accenna al vaccino di AstraZeneca: “A fine gennaio l’approvazione? Se le verifiche di sicurezza confermeranno i dati diffusi si valuterà
se sovrapporlo ai vaccini già confermati e a quale fasce d’età somministrarlo. Sono prudente, non mi baso solo su promesse”.