Con la relazione del presidente della commissione Bilancio, Nino Dina, è iniziata all’Assemblea regionale siciliana la discussione generale sulla manovra ter. Circa 700 gli emendamenti presentati dai parlamentari al testo, che dovrà ottenere il via libera da Sala d’Ercole entro il 29 luglio, quando l’Ars chiuderà i battenti per la pausa estiva. Il ddl di assestamento del bilancio e disposizioni programmatiche per il 2014, dopo un iter in salita, è stato votato all’alba dalla commissione Bilancio lunedì scorso con l’astensione dei deputati di Forza Italia e del Movimento Cinque Stelle.
In aula presente anche il peresidente della Regione, Rosario Crocetta. “Per risolvere le cose, non è il ricorso il mezzo migliore – dice -. Quello serve solo per non perdere il diritto a far sentire la propria voce. Ma il principio di leale collaborazione viene riaffermato con i colloqui istituzionali”. Crocetta entra nel merito dell’accordo con il ministero dell’Economia che ha portato alla rinuncia da parte del governo siciliano a numerosi contenziosi in atto. “L’accordo lo abbiamo fatto ‘a pareggio’ – aggiunge in aula-. Abbiamo agito nell’interesse di questa regione e di questo parlamento”. E ancora. “Gli accordi sul patto di stabilità non devono passare da una deliberazione di giunta. L’accordo spiega che la Regione ha rispettato il patto nel 2013. Noi abbiamo salvato la Sicilia e nel 2015 arriveremo a un equilibrio sui conti, dopo anni di disavanzi”. Sempre in merito all’intesa col ministero, il governatore sottolinea che “ci viene inoltre riconosciuto, tra il 2014 e il 2017 un plafond di oltre 5 miliardi di euro l’anno. Così possiamo anche programmare per il futuro. Ci hanno quindi concesso 700 milioni in più e la certezza del plafond per tutto il periodo”.
Sono stati stralciati dal testo tutte le norme aggiuntive contenute nel maxiemendamento Gov 3R, che torneranno nelle commissioni di merito per essere poi inseriti in un altro ddl. “E’ una manovra pensata per superare le criticità intervenute a seguito dell’impugnativa del Commissario dello Stato” afferma il presidente della commissione Bilancio Nino Dina. La scure del prefetto Carmelo Aronica, infatti, si era abbattuta su 33 articoli dei 50 della scorsa legge di stabilità.
Per il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, sempre in merito alla maniovra, “dobbiamo lasciarci alle spalle i vizi del passato: non si può più garantire tutto e tutti, non è più possibile. Stiamo vivendo una fase di transizione difficilissima, i numeri sono quelli che sono”.
“Ho cercato di garantire un percorso previsto dal regolamento – aggiunge – dobbiamo governare questa nuova fase, l’atteggiamento nei confronti dello Statuto non può essere improntato all’assistenzialismo, auspico saggezza da parte di tutti”.
“Non abbiamo votato a favore della finanziaria approvata – dice, invece, Vincenzo Vinciullo (Ncd), relatore di minoranza della manovra intervenendo in Aula -, ma vogliamo sollecitare il governo a chiarire la vicenda legata alla copertura finanziaria dell’articolo 32, che si riferisce alle risorse scaturite dall’accordo Stato-Regione in materia di finanza pubblica, a fronte di una rinuncia dei contenziosi con lo Stato. Su questa vicenda l’opposizione non è assolutamente d’accordo. E’ una transazione è sfavorevole alla Sicilia”.