L’ambasciata degli Stati Uniti a Kiev ha esortato i cittadini americani a lasciare l’Ucraina, citando le informazioni del Dipartimento di Stato secondo cui c’è un aumentato rischio di coinvolgimento dei civili in attacchi russi temuti per i prossimi giorni. L’allerta sicurezza per i cittadini Usa è stata emessa nella notte tra lunedì e martedì ma sono giorni che funzionari statunitensi e ucraini esprimono preoccupazione in vista del 24 agosto: domani è il Giorno dell’Indipendenza ucraina e saranno anche sei mesi esatti dall’inizio dell’invasione russa. “Il Dipartimento di Stato ha informazioni sul fatto che la Russia sta intensificando gli sforzi per lanciare attacchi contro le infrastrutture civili e le strutture governative dell’Ucraina nei prossimi giorni”, ha affermato l’ambasciata degli Stati Uniti nella nota di allerta. “L’ambasciata degli Stati Uniti esorta i cittadini statunitensi a lasciare l’Ucraina ora, utilizzando le opzioni di trasporto via terra disponibili privatamente, se è sicuro farlo”. Secondo un consigliere presidenziale ucraino, Alex Rodnyansky, molti abitanti di Kiev stanno lasciando la città proprio perché in ansia per cosa potrebbe accadere domani. Temendo ‘l’effetto 24 agosto’, la sicurezza è stata rafforzata a Kiev e in tutta l’Ucraina, in particolari diversi funzionari regionali hanno vietato incontri e manifestazioni pubbliche.
I cittadini sono invitati a “non ignorare le sirene di allarme aereo” che suonano spesso in via cautelativa, mentre domani, ha avvertito l’ufficio stampa della sezione intelligence del ministero della Difesa ucraina, “c’è un elevato pericolo di attacchi e altri tipi di provocazione, sia dentro il Paese sia fuori”, perché “il regime di Putin è davvero attaccato alle date e i simboli”. Il clima di tensione è ulteriormente aumentato con l’uccisione di Darya Dugina, la figlia del pensatore ultrazionalista russo Aleksander Dugin. L’attentato in cui è morta la giovane donna, giornalista e propagandista di posizioni estreme sulla guerra in Ucraina, ha portato alcuni esponenti nazionalisti in Russia a chiedere un’escalation del conflitto: i servizi di sicurezza russi (Fsb) hanno infatti puntato il dito per l’esplosione dell’auto di Dugina contro una donna ucraina, Natalya Vovk, che avrebbe militato nel battaglione di volontari ultrazionalisti ucraini Azov. Le autorità ucraine respingono le accuse al mittente e sostengono che a organizzare l’attentato siano stati i servizi russi. L’omicidio di Daria Dugina “è stato il primo” di “una serie di attacchi terroristici nelle città russe” che saranno orchestrati dal Servizio Federale di Sicurezza russo (Fsb) “per mobilitare l’opinione pubblica” a fronte del venire meno del sostegno alla guerra in Ucraina, ha detto oggi il segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa dell’Ucraina, Oleksiy Danilov.
“Il sostegno per la guerra sta scemando in Russia. Il Cremlino ha bisogno della mobilitazione pubblica. L’Fsb organizzerà una serie di attacchi terroristici nelle città russe con tante vittime civili. Dugina è la prima. A differenza della Russia, l’Ucraina non è in guerra con i civili”, ha scritto. Anche i filorussi hanno paventato la possibilità di attacchi ‘dimostrativi’ da parte ucraina, eventualità prospettata sia dai leader delle autoproclamate repubbliche del Donbass sia dalla regione di Kherson. Ma l’area che più tiene in tensione le autorità russe, pur senza esplicitare, è la Crimea, obiettivo di attacchi mirati nelle ultime settimane che hanno messo in luce le falle nella difesa russa e soprattutto hanno rotto il tabù dell’intangibilità dello status quo anteriore al 24 febbraio. Oggi il presidente ucraino Volodmyr Zelensky ha ribadito che “per vincere il terrore, è necessario ottenere la vittoria nella lotta contro l’aggressione russa”, ha detto Zelensky, “È necessario liberare la Crimea. Questa sarà la resurrezione della legge e dell’ordine mondiale”. Pertanto, “dobbiamo liberare anche la Crimea dall’occupazione. Tutto è iniziato in Crimea e finirà in Crimea”. Se la Russia attacca domani, ha detto, “riceverà una potente risposta”. Nel frattempo, l’area intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia continua a essere bombardata, sollevando preoccupazioni che l’impianto possa essere attaccato. L’Unione Europea, gli Stati Uniti e altri 41 Paesi hanno chiesto alle forze russe di ritirarsi dall’area, mentre i russi accusano gli ucraini di mettere a rischio la sicurezza dell’intero continente europeo con attacchi che poi vengono attribuiti all’esercito moscovita.