Un tesoro da 751 milioni di euro inseriti nel Patto per Palermo. Di queste somme, l’80 per cento riguardano lavori edili. Tra i cantieri inseriti, ci sono opere finora buone solo a riempire chili di carta, fra progetti e passaggi burocratici. Ma non a smuovere l’economia. Interventi datati, attesi da vent’anni, come l’ammodernamento della circonvallazione e il sottopasso di via Perpignano. Una manifestazione davanti all’ufficio del commissario straordinario regionale per le opere idriche sara’ messa in campo a breve per sollecitare, fra l’altro, un progetto importante come il collettore fognario di Palermo, un investimento del valore di 57 milioni di euro, fermo da 10 anni, che potrebbe dare risposta in termini occupazionali agli edili palermitani. E’ una delle iniziative che le segreterie provinciali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil hanno proposto oggi pomeriggio all’assemblea dei disoccupati edili e dei licenziati. Un’assemblea unitaria organizzata per parlare delle opere e dei finanziamenti previsti dal Patto per Palermo e dal Patto per la Sicilia. Il settore e’ interessato da una crisi devastante, reduce da un agosto amaro: circa 450 lavoratori del comparto sono stati licenziati a Palermo. Di loro, 250 sono lavoratori della Sis, l’azienda che sta realizzando a Palermo il passante ferroviario. A palermo, dice il segretario della Fillea Cgil Francesco Piastra, “stanno andando in scadenza importanti cantieri, e se non partono le nuove opere del Patto per Palermo e del Patto per la Sicilia, i lavoratori rischiano di rimanere licenziati a lungo. Non possiamo rimanere spettatori, i sindacati saranno parte attiva perche’ si passi dalle parole ai fatti, perche’ dalle cifre milionarie annunciate sia dal Comune che dalla Regione si aprano nei prossimi mesi i cantieri, altrimenti i lavoratori resteranno disoccupati”. Poi c’e’ la ristrutturazione e l’ammodernamento del Teatro Massimo, la costruzione di due istituti comprensivi didattici nell’area nord e sud di Palermo.