Sindacati sul piede di guerra dopo la comunicazione ai sindacati dell’intenzione di trasferire a Rende 150 operatori Almaviva, tre team leader e un business manager, individuati all’interno della ormai ex commessa Enel, in scadenza a fine dicembre e che impiegava 396 persone. Già i manager hanno consegnato le prime lettere che fanno partire a dopo la meta’ ottobre i primi trasferimenti. Mestizia e rabbia tra i lavoratori. C’e’ chi testimonia scene di pianto. I sindacati, che hanno dichiarato lo stato di agitazione dei lavoratori e la preparazione di più dure forme di protesta, hanno formalizzato oggi alla società di call center la convocazione, con “estrema urgenza di un incontro di esame congiunto”. L’azienda assicura che saranno applicati “criteri oggettivi di anzianità e carichi familiari”. Tale personale non sarà più interessato, dunque dalla riduzione oraria derivante dall’accordo di solidarietà in essere presso la sede di Palermo. L’azienda, inoltre, si dice disponibile a prevedere “forme di supporto logistico per sostenere il personale nel primo periodo successivo al trasferimento”. Quegli addetti, avverte Almaviva, “non possono trovare una ricollocazione nella sede di Palermo” sia a causa degli esuberi già esistenti nelle altre commesse, “sia per l’indisponibilità dei relativi committenti all’incremento delle risorse impiegate – già superiori alle necessita’ – sui loro servizi”. Peraltro, a Rende ci sarebbero “fondate prospettive di consolidamento” dei volumi di attività in particolare nelle commesse Telecom e Alitalia. Insomma, dopo l’accordo di maggio, salutato con sollievo, che allontanava lo spettro dei quasi tremila esuberi, adesso inizia un nuovo autunno caldo per il popolo di Almaviva.