Almaviva e Enel, la Sicilia sprofonda nella voragine disoccupazione. Tavolo Mise, timori su esuberi e perdite

Almaviva e Enel, la Sicilia sprofonda nella voragine disoccupazione. Tavolo Mise, timori su esuberi e perdite
22 settembre 2016

lavoratori_almaviva_palermo scioperoCi risiamo. Il caso Almaviva torna sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico. Un incontro di ‘monitoraggio’ sull’attuazione dell’accordo che a maggio ha sospeso il conto alla rovescia circa i tremila esuberi, in gran parte della sede di Palermo. Secondo fonti sindacali, dalla firma dell’accordo “sono ben pochi gli impegni assunti dal governo nazionale che sono stati rispettati” e intanto l’azienda oggi avrebbe presentato un quadro complessivo di peggioramento, perdite che avrebbero sfiorato i tre milioni di euro ad agosto. Ad aggravare il quadro c’e’ la perdita della commessa Enel, con un esubero immediato stimato di 370 lavoratori, che potrebbe rendere necessario il trasferimento dei lavoratori in altri siti. Francesco Assisi e Eliana Puma della Fistel Cisl spiegano che l’eventuale trasferimento dei lavoratori “causerebbe enormi disagi e non abbiamo nemmeno garanzie sul futuro per questi lavoratori. La perdita della commessa Enel rischia di compromettere l’accordo di maggio, ha ribadito l’azienda, perche’ questo esubero di personale, circa 370 lavoratori, non e’ sostenibile”. Intanto le clausole sociali non sarebbero state applicate; non risulta che la Regione si sia attivata per avviare il progetto di formazione; il tavolo nazionale sui call center e’ stato convocato solo due volte dopo l’accordo ma non ha ancora portato alla definizione di quella riforma complessiva del settore attesa da tempo e “le commesse italiane assegnate in Albania restano fuori con buona pace di tutti gli impegni che erano stati assunti sulla delocalizzazione”.

Il viceministro Teresa Bellanova ha fatto sapere di aver chiesto a Enel un incontro con la societa’ che ha ottenuto la commessa per convocare poi di nuovo le parti, e ribadito che l’articolo 24 bis sulle delocalizzazioni e’ in Senato e sara’ discusso a breve. A breve il Mise convochera’ le associazioni datoriali insieme alle segreterie nazionali dei sindacati per valutare le misure da mettere in campo. “Le istituzioni nazionali, regionali, locali – chiede il sindacato – facciano fronte comune, il rischio e’ che si parli di nuovo di esuberi nel capoluogo siciliano, e non possiamo consentire che cio’ avvenga”. L’impressione dei lavoratori e’ di un forte immobilismo che avvolge tutto il settore dei call center. Almaviva ha aperto l’incontro “leggendoci la lista delle difficolta’, ma soprattutto facendo accenno all’articolo 4, del controllo a distanza dell’attivita’ dei lavoratori”, riferisce il segretario Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso. Tre le richieste del sindacato, a fronte della necessita’, dopo l’avvio del doppio tavolo sul settore e su Almaviva, di “cominciare a fare scelte coraggiose e concrete: la prima e’ “sradicare l’idea malsana che sotto i parametri dei contratti nazionali di categoria non si possano vincere commesse e appalti”. La seconda e’ “applicare concretamente” le sanzioni sulle delocalizzazioni a chi non rispetta le regole. La terza deve vedere un impegno straordinario in direzione degli investimenti. Preoccupante il giudizio sulla situazione palermitana.

“Nel caso di Palermo – prosegue Rosso – siamo allarmati per le modalita’ di applicazione della clausola sociale, per la perdita da parte di Almaviva Palermo della commessa Enel che sta determinando l’ipotesi di trasferimenti in altre sedi dei lavoratori di Almaviva. Crediamo che non sia questa la soluzione e che vada ricercata insieme al sindacato una soluzione per costruire occupazione stabile e strutturata a Palermo”. Oggi Almaviva ha dichiarato di avere presentato i piani formativi alla Regione Sicilia: da qui l’esigenza di un impegno straordinario della Regione per i circa 6 mila occupati di questa azienda: “Auspichiamo una discussione sul piano industriale con Comune e Regione per permette a questi lavoratori di avere un futuro”, prosegue la L’Slc Cgil Palermo che ha ricordato la promessa del governo nazionale di un fondo per lo sviluppo e ricerca nel settore dedicato alle aziende. Senza questi investimenti, e in mancanza di adeguamenti ai cambiamenti tecnologici e professionali, “questo settore, che occupa circa 100 mila lavoratori in Italia, e’ destinato a morire. Credo che il core business deve essere l’offerta di qualita’ ai clienti e la risoluzione dei problemi, essendo l’attivita’ del settore dedicata ai servizi”.

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