Nel giorno in cui Giorgia Meloni arriva a Bruxelles per il vertice Ue-Balcani Occidentali e incassa il giudizio positivo di Ursula von der Leyen sull’accordo con l’Albania, da Tirana arriva uno stop all’intesa per la creazione di due centri per migranti nel Paese delle Aquile.
Su richiesta del Pd albanese (all’opposizione), infatti, la Corte costituzionale ha deciso la sospensione del passaggio parlamentare per l’ok all’intesa, fissando per il prossimo 18 gennaio l’esame della questione. Il Partito socialista aveva chiesto che l’accordo venisse votato in Assemblea domani, ma con questo passaggio l’iter viene automaticamente sospeso. Da Palazzo Chigi non arriva nessun commento, perché si tratta di un procedimento che riguarda un’istituzione di un Paese sovrano. Quello che filtra, però, è che non c’è “preoccupazione” per eventuali ritardi nell’attuazione dell’accordo. Ai lavori del vertice Ue-Balcani Occidentali partecipa tra gli altri il premier albanese Edi Rama, con cui Meloni potrebbe quindi fare il punto sulla questione.
L’accordo firmato dai due capi di governo lo scorso novembre prevede, tra le altre cose, la creazione di due centri di accoglienza e rimpatrio sul suolo albanese, finanziati e gestiti dall’Italia. Questo ha scatenato aspre polemiche tra maggioranza e opposizione sia a Roma, dove l’accordo deve ancora approdare in aula per la ratifica, che a Tirana. L’opposizione albanese, in particolare il centrodestra avversario dell’esecutivo socialista, ha avanzato ricorsi alla Corte Costituzionale affermando che l’accordo metterebbe a rischio la sovranità albanese, affermando che la sua approvazione richiederebbe l’autorizzazione del presidente della Repubblica.
La Corte Costituzionale ha accettato di esaminare i ricorsi in seduta plenaria, sospendendo di conseguenza le procedure parlamentari per la ratifica dell’accordo fino a quando non si esprimerà con una sentenza, che deve giungere entro tre mesi dalla data di presentazione del ricorso. Fonti di Palazzo Chigi hanno sottolineato di non temere ritardi nell’attuazione del protocollo. Questo, in parte, è stato confermato anche dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha definito l’intesa Italia-Albania come “un modello” nel campo della gestione migratoria. Proprio oggi, in vista del Consiglio europeo in programma domani e venerdì, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen aveva scritto una lettera sul tema migrazioni ai leader dei Paesi Ue.
Nella missiva, tra le altre cose, von der Leyen afferma che “abbiamo assistito a importanti iniziative promosse dagli Stati membri, come l’accordo operativo tra Italia e Albania. E’ un esempio di pensiero fuori dagli schemi, basato su un’equa condivisione delle responsabilità con i Paesi terzi, in linea con gli obblighi previsti dal diritto internazionale e dell’Ue”. A Roma, la reazione dell’opposizione è stata rapida: Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana ha criticato il governo sostenendo un’incapacità e inadeguatezza generalizzate. Da parte di Italia Viva, Davide Faraone ha ironizzato sulla possibile inefficacia delle iniziative della Meloni, mentre il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha sottolineato l’aspetto giuridico ed umanitario dell’accordo come motivo di preoccupazione. Questa sospensione temporanea ha dunque acceso un nuovo confronto politico sul tavolo, alimentando le divergenze e le critiche nei confronti dell’esecutivo riguardo al suo approccio e alle sue decisioni in campo internazionale. Per Fabio Rampelli (Fdi), però, la decisione della Corte è semplicemente “un atto dovuto visto il ricorso presentato da parlamentari albanesi”.