Si è svolta una prima teleconferenza fra i presidenti del Consiglio europeo Charles Michel, della Bce Christine Lagarde, della Commissione Ursula von der Leyen e dell’Eurogruppo Mario Centeno, per iniziare il lavoro sulle proposte di un piano di ripresa post crisi pandemica, chieste dai leader dell’Ue durante la loro videoconferenza di giovedì 26 marzo. Secondo un comunicato del Consiglio europeo, “Charles Michel, Ursula von der Leyen, Christine Lagarde e Mario Centeno hanno fatto il punto oggi (ieri, ndr) della ricaduta socio-economica della crisi del Covid-19 e hanno discusso i passi successivi”. “I quattro presidenti hanno avuto uno scambio sulle loro diverse attività riguardo alla preparazione della ripresa economica e del pôssibile contributo delle loro istituzioni”, ha riferito in serata un portavoce della Commissione. Risulta difficile da capire, e appare al limite dello sgarbo istituzionale, perché non fosse invitato anche il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. D’altra parte il formato dei “cinque presidenti” è già stato usato negli anni scorsi per l’elaborazione delle proposte sul cosiddetto “approfondimento” dell’Unione economica e monetaria.
Il mandato dei capi di Stato e di governo non prevedeva esplicitamente la presenza di Sassoli, ma neanche quella di Centeno, e d’altra parte implicitamente le prospettava entrambe, con la formula “in consultazione con le altre istituzioni”. “Dovremmo iniziare a preparare le misure necessarie per tornare al normale funzionamento delle nostre società e delle nostre economie, e alla crescita sostenibile, integrando tra l’altro la transizione verde e la trasformazione digitale”, avevano scritto i leader nella dichiarazione congiunta di giovedì, aggiungendo che “questo richiederà una strategia di uscita coordinata, un piano di risanamento complessivo e investimenti senza precedenti”, e invitando “la presidente della Commissione e il presidente del Consiglio europeo, in consultazione con le altre istituzioni, in particolare la Bce, a iniziare i lavori su una tabella di marcia accompagnata da un piano d’azione a tal fine”.
Stiamo esplorando percorsi diversi per rispondere alle conseguenze socioeconomiche della pandemia. L’unica strada da percorrere è una strategia comune in uno spirito di solidarietà”, ha affermato Michel in una dichiarazione riportata dal comunicato del Consiglio europeo. “Per rilanciare l’economia europea – ha aggiunto Michel -, dovremo utilizzare tutte le leve disponibili, a livello nazionale ed europeo. Il bilancio dell’Ue dovrà essere adattato a questa crisi. È tempo di pensare fuori dagli schemi. Qualsiasi opzione compatibile con il trattato Ue dovrebbe essere considerata”. D’altra parte, l’Eurogruppo è stato incaricato dal Consiglio europeo di presentare entro due settimane delle proposte riguardo alla risposta economica alla crisi, esaminando “tutte le opzioni”, come continuano a ripetere i portavoce della Commissione. “Come presidente dell’Eurosummit Charles Michel sta seguendo da vicino queste discussioni”, riferisce il comunicato del Consiglio europeo.
La portavoce per gli Affari economici della Commissione, Marta Wieczorek, ha spiegato che “la divisione del lavoro è molto chiara: i leader hanno chiesto all’Eurogruppo di continuare il suo lavoro sulla risposta alla crisi e hanno due settimane di tempo per presentare le loro proposte”, e la Commissione “è pronta a sostenere il lavoro dell’Eurogruppo, nell’ambito del suo mandato”. “In parallelo – ha aggiunto la portavoce – la presidente della Commissione e il presidente del Consiglio europeo sono stati invitati, in consultazione con altre istituzioni, in particolare la Bce, a preparare un piano di ripresa, sul quale sono iniziate le riflessioni. E’ naturalmente troppo presto per dare qualsiasi dettaglio, in questo momento”. “Come la presidente Ursula von der Leyen ha chiarito, tutte le opzioni restano sul tavolo. E’ anche importante che le opzioni siano rapide, efficaci e che si basino su un consenso tra tutti gli attori chiave, e in particolare gli Stati membri”, ha sottolineato Wieczorek.
Le opzioni allo studio dell’Eurogruppo riguardo al sostegno europeo ai paesi più colpiti dalla pandemia e dalle sue inevitabili conseguenze economiche e finanziarie sono soprattutto due: il ricorso a una nuova linea di credito del Mes, il Fondo salva Stati dell’Eurozona, che però comporterebbe dure condizioni di rientro alla sostenibilità dei conti pubblici; oppure l’introduzione dei “Corona bond”, ovvero l’emissione di titoli di debito comune, con garanzia congiunta e gli stessi tassi d’interesse per tutti gli Stati membri. I paesi rigoristi del Nord (Germania, Olanda, Austria, Finlandia) sostengono la prima opzione e non vogliono neanche sentir parlare della seconda, bollata come “mutualizzazione del debito”. Sull’altro fronte, Italia e Spagna rifiutano in modo netto la soluzione del Mes e sostengono i “Corona bond”, insieme ad altri sette paesi dell’Eurozona (Francia, Belgio, Portogallo, Irlanda, Slovenia, Lussemburgo, Grecia). askanews