Alta tensione su licenziamenti, sindacati: prorogare blocco o nuova mobilitazione

Alta tensione su licenziamenti, sindacati: prorogare blocco o nuova mobilitazione
26 giugno 2021

Sui licenziamenti il Governo sta scherzando con il fuoco. Il conflitto sociale rischia di esplodere ben prima dell’autunno. Con la fine del blocco, fissata per il 30 giugno nell’industria manifatturiera e nell’edilizia, decine di migliaia di lavoratori potrebbero restare senza occupazione. E’ l’allarme lanciato da Cgil, Cisl e Uil che sono scese in piazza a Torino, Firenze e Bari per chiedere al premier Mario Draghi una convocazione urgente a Palazzo Chigi per trovare un accordo affinché il divieto di licenziare venga prorogato almeno fino al 31 ottobre. Pochi altri mesi che dovranno essere impiegati, dicono i sindacati, per riformare gli ammortizzatori sociali. Dalle tre piazze le confederazioni hanno lanciato un messaggio chiaro al Governo e alle imprese, a partire da Confindustria: riaprire il tavolo per sottoscrivere un nuovo patto sociale e impedire che si possa licenziare a partire dal primo luglio oppure molto presto ci saranno ulteriori e ancora più forti iniziative di mobilitazione.

Al centro della protesta di questa mattina c’era non solo il tema dei licenziamenti, ma anche la definizione di un nuovo sistema di ammortizzatori sociali universale che colleghi sostegno al reddito e percorsi di politiche attive del lavoro; governance partecipata a tutti i livelli per i progetti del recovery plan attraverso un confronto preventivo con le parti sociali; flessibilità in uscita a 62 anni o con 41 di contributi; misure per favorire l’occupazione di giovani e donne; riforma del fisco per ridurre le tasse a lavoratori e pensionati e contrastare l’evasione; proseguire nella stagione dei rinnovi contrattuali; rafforzare i controlli per la tutela di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. In piazza Castello, a Torino, è intervenuto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Non saremo disponibili né oggi né mai ad accettare un peggioramento – ha detto – lo sappia il Governo, lo sappiano le forze politiche, lo sappiano le imprese. Siamo all’inizio di questa mobilitazione. Vogliamo portare a casa risultati, ma se non ci ascoltano non ci fermiamo qui e uniti andremo avanti fino a quando non avremo ottenuto i nostri risultati. Abbiamo pensato che non è solo l’ora di riprenderci la piazza, ma è l’ora di dire con forza che questo Paese cambia solo se cambia insieme con il lavoro e per sostenere il lavoro”.

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Da Firenze, in piazza Santa Croce, il tono del leader della Cisl, Luigi Sbarra, è stato lo stesso. “Bisogna avviare una nuova stagione di dialogo, confronto e concertazione – ha affermato – il sindacato c’è e ci sarà. Ma se questa via maestra non avviene, proseguiremo la nostra iniziativa di lotta e mobilitazione. Il Governo ritorni sui propri passi. Bisogna estendere il blocco almeno fino al 31 ottobre. Dobbiamo conquistare tempo per riformare gli ammortizzatori sociali per renderli universalistici”. A Bari, in piazza della Libertà, il numero della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha aggiunto che “tre grandi piazze chiedono lavoro e dignità, sono le stesse di lavoratori che hanno garantito durante il lockdown che il Paese camminasse. Li avvisiamo: state giocando con il fuoco. Se ci volete convincere che prolungare di qualche mese il blocco è sbagliato, non ci riuscirete. Spiegatelo. L’unica strada è il blocco per tutti e se non cambiate idea i lavoratori se lo ricorderanno”.

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