La Procura di Parigi ha aperto un’inchiesta sul finanziamento della campagna presidenziale del 2022 di Marine le Pen. L’inchiesta è stata avviata su segnalazione della Commissione nazionale francese sul finanziamento delle campagne elettorali (Cnccfp); la legge vieta infatti ai candidati di superare un limite di spesa prestabilito, pena la perdita dei rimborsi previsti.
Dunque, i guai non finiscono mai per Marine Le Pen: dopo la delusione di domenica scorsa al ballottaggio delle legislative – dove il Rassemblement National è arrivato terzo quando sembrava avere in tasca almeno la maggioranza relativa – la leader del partito è finita di nuovo sotto inchiesta per le spese sostenute in una campagna elettorale, stavolta le presidenziali del 2022: finanziamento illecito l’ipotesi di reato. Mentre continua nel partito la resa dei conti per il flop: Gilles Pennelle, lo stratega che aveva curato il piano per arrivare al governo, è stato silurato. Il suo casting dei candidati si è rivelato fallimentare.
L’inchiesta contro Le Pen è stata aperta il 2 luglio dopo una segnalazione dell’Authority investita del controllo delle spese di campagna elettorale dei candidati, che devono rimanere al di sotto di un tetto prestabilito e che, in parte, vengono rimborsate dallo Stato. Erano state segnalate delle irregolarità, sulle quali sta ora lavorando un giudice istruttore. Fra le ipotesi di reato, appropriazione indebita nell’esercizio di funzioni pubbliche, truffa e falso, secondo la procura. Nel dicembre 2022 lo stesso organismo aveva rettificato la spesa per i lavori di verniciatura di 12 pullman affittati con il simbolo della candidata e del partito, per un ammontare di 316.182 euro. La spesa era stata considerata come “irregolare”. Marine Le Pen aveva fatto ricorso davanti al Consiglio costituzionale, poi aveva rinunciato all’iniziativa.
Le Pen aveva valutato i costi della propria campagna fra gli 800mila e il milione di euro, finanziati interamente dal partito e con gli interessi sui prestiti a carico del governo (come per tutti gli altri partiti). La Procura, non ha diffuso alcun dettaglio sulla natura del presunto illecito: il fascicolo è stato ora assegnato a un giudice istruttore. Per avere diritto al rimborso delle spese previsto dalla legge, i candidati devono presentare alla Commissione le spese della campagna e i relativi giustificativi non oltre due mesi dopo il voto.