Altra grana per Berlusconi, oggi scade l’ultimatum di Fitto. Sarà rottura?

L’europarlamentare: “In Puglia inserire tutti gli uscenti in lista o sarà rottura”. Ancora caos in Campania

fitto

di Carlantonio Solimene

Quando non basta più una stretta di mano, un “patto tra gentiluomini”, e si richiedono garanzie scritte, è segno che qualcosa nei rapporti personali si è definitivamente rotto. È il caso della “faida” tra Raffaele Fitto e Silvio Berlusconi, che oggi giungerà presumibilmente all’ultima puntata. Perché è oggi che scade l’ultimatum dato a Forza Italia da Francesco Schittulli, candidato in pectore per il centrodestra per la Regione Puglia. In pratica, Schittulli chiede che siano ricandidati tutti i consiglieri fittiani uscenti, dal partito azzurro fanno filtrare una certa disponibilità ma rispondono che garanzie non ce ne sono per nessuno. Dall’altra parte si replica ribadendo la necessità di un impegno scritto e si danno altre “dodici ore” per sciogliere il nodo. Come andrà a finire? Di certo, il clima a ieri sera era leggermente più disteso rispetto a mercoledì. Dopo la decisione di Schittulli di rompere con Berlusconi e di schierarsi con Fitto nella faida sulle liste, l’ex premier sembrava aver deciso di mollare definitivamente il chirurgo e lanciare una nuova candidatura, magari quella dell’europarlamentare Barbara Matera.

Andare divisi alla urne, però, sarebbe stato fatale, specie al cospetto di una competizione elettorale nella quale Pd e Sel si potrebbero presentare divisi e concedere così qualche chance inaspettata al centrodestra. La notte – e il confronto con Verdini – ha così portato consiglio al Cav, che ha dato mandato al commissario del partito in Puglia, Luigi Vitali, di tentare l’ultima trattativa. Sì alle richieste di Schittulli: “Ti sosterremo – il senso del comunicato – e accetteremo che Fitto schieri una sua lista civica al fianco della coalizione”. Peccato che, in realtà, di schierare una propria lista Fitto inizialmente non avesse alcuna intenzione. Anche se era sempre più difficile spiegare le ritrosie visto che, nelle precedenti consultazioni regionali, l’europarlamentare non si era tirato indietro. Nel 2010, ad esempio, era stata varata “La Puglia prima di tutto” al fianco di Forza Italia. Fitto, però, non voleva che la sua lista fosse considerata la “zattera” nella quale piazzare i suoi fedelissimi, e così ha voluto chiarire la sua scelta fino in fondo: “Sono pronto a scendere in campo con una lista della società civile al fianco di Schittulli, ma solo a patto che tutti i consiglieri regionali uscenti siano ricandidati con Forza Italia”. Vitali non ci sta: “Garanzie non possono essercene per nessuno – spiega a Il Tempo – ma di certo il nostro atteggiamento sarà inclusivo. Deve considerare che ci sono delle regole che non valgono solo per la Puglia, ma per tutte le Regioni al voto. Come la regola di non ricandidare chi ha fatto tra legislature”.

In realtà, tra i consiglieri regionali fittiani in queste condizioni ci sarebbe solo Saverio Congedo. La trattativa può arenarsi per un unico nome? Ragionevolmente no, ma qui entra in ballo la reale volontà delle parti di riavvicinarsi. E le parole di Schittulli, in serata, non sembrano ancora sciogliere il nodo: “ Vitali continua a diffondere dichiarazioni vaghe, che non danno risposte precise, dirette e inequivocabili ai problemi che ho posto. Come preannunciato, per me domani è il giorno delle decisioni. Se non avrò entro domani mattina (oggi, ndr) risposte chiare e positive, senza incertezze o subordinate, da parte di Forza Italia, nella giornata di domani farò le mie scelte insieme a chi mi ha già dato sostegno limpido ed esplicito”. Garanzie scritte, insomma. Le concederà Silvio Berlusconi? Si accontenterà degli impegni generici Fitto. Si vedrà. Intanto resta ancora da definire la scelta in Campania, con Caldoro che aspetta di sapere se a supporto della sua corsa ci sarà anche il Nuovo Centrodestra. Ma la trattativa è intrecciata al rimpasto di governo. Se Alfano otterrà una poltrona di primo piano, Renzi potrebbe chiedere in cambio il sostegno al candidato del Pd. Provocando un terremoto tra i centristi, specie chi come Nunzia De Girolamo vuole restare saldamente nel centrodestra.