Altri guai per la Raggi, Colomban pronto a lasciare la Giunta capitolina

Altri guai per la Raggi, Colomban pronto a lasciare la Giunta capitolina
22 giugno 2017

In Campidoglio negli ultimi giorni le voci si rincorrevano: problemi personali, ma anche un dissidio di fondo sul destino delle Partecipate romane che avevano collocato il compito dell’assessore Massimo Colomban (foto), quello di fare ordine tra le società della Capitale, in salita fin dal suo insediamento. Il primo scontro lo ebbe con l’ex assessora all’Ambiente Paola Muraro, sul destino di Multiservizi che lei avrebbe voluto far rilevare dal Comune. Poi tensioni continue, con un M5S ‘di base’ che quando la sindaca di Roma Raggi era all’opposizione con i colleghi De Vito, Stefàno e Frongia aveva fatto al sostegno ai lavoratori in pericolo uno dei principali serbatoi di consenso della Capitale. Dopo l’ingresso a Palazzo Senatorio, però, è arrivato per tutti, il momento delle decisioni. Colomban arriva quando Raggi perde l’ex capo di Gabinetto Raffaele Marra, arrestato per un episodio di corruzione legato alle sue attività passate. Non coordina solo il lavoro sulle partecipate, ma anche quello del riesame di tutti gli arri prodotti e programmati fino a quel momento. È deciso, poco cerimonioso, ma efficace. Nella vita precedente ristrutturare le aziende è stata la sua professione, per quello Casaleggio, di cui è amico da anni, gli affida la due diligence del Comune. Il suo compito è “a tempo”, chiarisce da subito. Consegnerà il piano e tornerà alle sue occupazioni.

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“Oltre 40 aziende partecipate con 47.000 dipendenti che producono 823 milioni di deficit all’anno e 440 milioni di perdite economiche negli ultimi tre anni. Cifre mostruose e terrificanti da far tremare i polsi, dice insieme alla sindaca Raggi quando per la prima volta, a dicembre 2016, presenta alla stampa il loro piano di risanamento. “Abbiamo trovato molta polvere sotto il tappeto che vogliamo spazzare via con un’operazione verità: stiamo lavorando sulle macerie”. Da questa riorganizzazione la Giunta conta di avere benefici per 160 milioni entro i prossimi tre anni di cui 70 milioni una tantum e 90 milioni di maggiori incassi annui a partire dal secondo anno. Indica due “principali sospettate”: Ama (rifiuti) e Atac (trasporti). Tra le partecipate la “vera malata è l’Atac” spiega l’ assessore, ma nella riorganizzazione dell’azienda non riesce ad avere tutto o spazio che vuole. E il piano, che doveva arrivare con la primavera, e poi prima dell’estate, viene, in un’apposita conferenza, dallo stesso Colomban rinviato all’autunno.

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Le tensioni, sottili ma continue, emergono di nuovo alla fine del mese scorso, quando l’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo dispone il trasferimento in AequaRoma, la società di riscossione dei tributi locali, di alcune competenze di Risorse per Roma. Una nota ad hoc viene diramata dal campidoglio in cui Colomban precisa che “il piano di riorganizzazione delle Partecipate compete all’assessorato che ho l’onore di guidare. L’operatività delle singole aziende è disciplinata dai contratti di servizio mentre le linee di indirizzo spettano ai singoli assessorati competenti”. Quando è in arrivo l’assestamento di bilancio, e alcuni ‘redde rationem’ anche sulle scelte di investimento fatte dalla Giunta Raggi, arriva il de profundis di Coomban: la scadenza viene ribadita, a settembre se ne andrà. C’è chi vede nella comunicazione a mezzo stampa della “scadenza”, una conferma della linea dei “destini separati” tra Giunta di Roma e M5S decisa nel movimento dopo il primo turno delle amministrative. Colomban, caro amico di Casaleggio, professionista importante, viene sollevato dal condividere la strada della Giunta, appena avrà raggiunto il suo obiettivo. Resta solo di vedere che cosa conterrà il piano e se chi si ritroverò a gestirlo dopo l’addio di Colomban, riuscirà a rispondere a quell’esigenza di efficacia e efficienza che Raggi e il M5S hanno promesso di riportare nella macchina capitolina.

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