Con il Nord Stream fermo e l’incubo del caro bollette che assilla l’Europa, Mosca continua a minacciare l’Occidente evocando stavolta l’inizio di una “grande tempesta globale” scatenata, a suo dire, proprio dalle sanzioni imposte alla Russia per la guerra in Ucraina. È stato il vice premier di Putin con delega per l’Energia, Alexander Novak, a ribadire che il blocco del gasdotto dove transita il metano per l’Europa è dovuto unicamente alle misure europee che hanno impedito le adeguate riparazioni, per poi agitare lo spauracchio di ulteriori aumenti del prezzo del gas, che potrebbe continuare a crescere e toccare presto “livelli record” per i consumatori europei.
I motivi che hanno indotto la sospensione del gasdotto Nord Stream “non sono scomparse” e sono riconducibili alle sanzioni contro la Russia, ha dichiarato invece Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino, sostenendo che c’è solo una turbina al lavoro e non funziona bene. “Una sola unità è rimasta in funzione, e non funziona correttamente, si verificano guasti. Questo porta all’interruzione del pompaggio (attraverso il Nord Stream). Considerando che le sanzioni restano in vigore, dato che portano assoluta confusione – legale, pratica, in che è connesso con la manutenzione di tutte le unità, per ora, l’unica cosa che possiamo sperare per questa singola unità è che sarà in qualche modo possibile farla di nuovo funzionare”, ha detto Peskov.
Per il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, i 15 milioni di metri cubi al giorno che perdiamo dal blocco del gasdotto Nord Stream, per l’Italia, producono un impatto contenuto. Intanto, il prezzo del gas torna a salire con la decisione di lasciare chiuso il Nord Stream e con le nuove minacce di Mosca sul fronte dell’energia. Ad Amsterdam il prezzo conclude le contrattazioni a 245 euro al megawattora, con un aumento del 14,6% rispetto alla chiusura di venerdì ma ad un livello inferiore rispetto ai 275 euro dell’inizio di giornata.