Dopo la crescente opposizione di politici e abitanti, Amazon ha annunciato che non costruirà un nuovo quartier generale a New York. Già la settimana scorsa il Washington Post – di proprietà del fondatore di Amazon, Jeff Bezos – aveva scritto che i top manager della società di e-commerce stavano prendendo in considerazione l’ipotesi di abbandonare il progetto. E così è stato.
Il quartier generale doveva nascere a Long Island City, nel Queens, ma nonostante i sondaggi mostrassero che il 70% dei newyorkesi era a favore – dice Amazon – il progetto non vedeva rapporti positivi e collaborativi con le autorità statali e locali. Ad ostacolare il progetto, almeno un paio di ragioni: la società avrebbe ricevuto degli incentivi economici per realizzare il suo campus sulla riva dell’East River e inoltre si temeva che la presenza del gigante dell’e-commerce e dei suoi dipendenti avrebbe fatto crescere a dismisura i prezzi delle case in quella zona: “È ingiusto. Approfittano delle comunità che cercano un lavoro, che cercano un buon lavoro. Ma qui a New York vogliamo anche cittadini di corporation responsabili, vogliamo che la gente rispetti le comunità, rispetti i suoi lavoratori. Amazon non era disposto a farlo”, spiega Dave Mertz, direttore del sindacato RWDSU (Retail, Wholesale and Department Store Union).
“Credo inoltre che per venire non volessero cambiare la loro cultura e sistema di valori di corporation”, aggiunge il consigliere della città di New York, James Van Bramer. “Mi innervosiva il fatto che Amazon potesse portare folle di gente, facendo assomigliare il quartiere più a Manhattan, che è stato il motivo per cui ci siamo spostati qui e non in città”. La società si è detta “dispiaciuta” e ringraziando il governatore Cuomo e il sindaco de Blasio, ha sottolineato che andrà avanti, come previsto, con le sedi in Virginia e a Nashville. Il campus di Amazon avrebbe dovuto creare 25.000 posti di lavoro.