Il colpo di fulmine, il matrimonio, l’affermazione personale con l’acquisto della casa dei sogni, e poi, all’improvviso, nella coppia qualcosa si rompe. Succede ne “La guerra dei Roses”, in scena al Teatro Eliseo fino al 7 gennaio, con Ambra Angiolini e Matteo Cremon nel ruolo dei coniugi Rose. Lo spettacolo è tratto dal testo di Warren Adler da cui era stato tratto anche il film di Danny De Vito con Michael Douglas e Kathleen Turner. La regia è di Filippo Dini e in scena, accanto ai protagonisti, ci sono Massimo Cagnina e Emanuela Guaiana nei panni dei loro avvocati. Il regista racconta similitudini e differenze rispetto al film: “Le differenze in realtà sono minime perché l’ambientazione dark, più che noir, è stata mantenuta con grande fedeltà e grande passione, perché poi è la cosa più avvincente dell’opera, e, devo dire, con un pizzico di divertimento in più. Diciamo che c’è un’evoluzione molto veloce, e questo ovviamente aiutato da un tono grottesco, cioè dove gli avvenimenti diventano catastrofici nel giro di pochi minuti, da una scena all’altra”.[irp]
La guerra tra i due coniugi è spietata, proporzionale al grande amore e alla grande passione che i due hanno vissuto: all’improvviso tutti si infrange contro lo scoglio della mancata realizzazione professionale di lei. “E così rivediamo quando loro si incontrarono a Cape Cod ad un asta, e quindi noi assistiamo al loro enorme amore, poi, dopo 18 anni, qualcosa, anche una cosa impercettibile, un dettaglio, ma qualcosa è cambiato, e quest’errore o incomprensione o incomunicabilità da piccolissima è diventata gigantesca, e quindi insopportabile”, ha aggiunto il regista. “Questo è un tema non solo estremamente contemporaneo, ma che ognuno di noi in qualche modo ha toccato, e grazie a questa commedia, grazie alla scrittura di Warren Adler, noi riusciamo a riconoscere quella tragedia, quel senso di impotenza di fronte a questa separazione. E nonostante ciò riusciamo ad avere un sorriso, a riconoscere tutto questo come ridicolo, e forse, ridendo insieme a loro, forse, o ridendo anche a volte di loro, riusciamo forse ad essere, spero, ad affrontare le nostre separazioni in maniera un po’ più civile”, ha concluso.