Dunque, con una decisione senza precedenti nella storia del più antico trofeo sportivo dell’era moderna, l’America’s Cup, Oracle Racing, attuale detentore del trofeo, insieme ad alcuni degli sfidanti, ha deciso di cambiare le regole già stabilite in precedenza dell’evento e di utilizzare per la prossima edizione che si terrà nel 2017 alle Isole Bermuda, imbarcazioni più piccole rispetto a quelle già dichiarate ufficialmente ormai da oltre un anno. Appellandosi a una necessaria riduzione dei costi è stato così perpetrato un vero e proprio bliz che se da una parte ha trovato dei sostenitori, dall’altra ha penalizzato fortemente Luna Rossa il team italiano che era in netto vantaggio su tutti gli altri partecipanti in termini di tecnologia avendo cominciato a lavorare sul progetto 2017 da oltre un anno. Insieme a Luna Rossa anche i neozelandesi di Emirates Team New Zealand hanno votato contro questa proposta che però è passata a maggioranza per 3 voti a 2 (quelli appunto di Luna Rossa e di Team New Zealand). Se è vero che l’America’s Cup è sempre stata una sfida in mare ma anche a terra e senza esclusione di colpi tra i partecipanti, questa volta gli americani di Oracle guidati dal neozelandese Russel Coutts, hanno davvero colpito duro, secondo i più qualificati osservatori. Il messaggio che passa all’opinione pubblica è quanto di peggio possa esistere nello sport: sarebbe come obbligare i team di Formula 1 a cambiare macchina dopo i primi tre gran premi di una stagione. Quali sono ora gli scenari e il prossimo futuro della Coppa America? I neozelandesi si sono immediatamente appellati all’Arbitration Panel, l’organo competente a dirimere i conflitti tra i partecipanti e l’interpretazione delle regole. Luna Rossa si è ritirata. L’evento ha subito una grave perdita.