“Oggi siamo chiamati a fare una scelta netta, di campo. Stare con chi crede fortemente, da sempre, nel M5s o con chi fino a qualche giorno fa faceva comunella con i ‘voltagabbana’ che hanno usato il movimento per darsi visibilità e poi creare altre liste”. Così lo scorso 14 marzo, mentre era ancora in corso il voto online per la scelta del candidato sindaco del Movimento 5 Stelle a Genova, Luca Pirondini, lo sfidante di Marika Cassimatis, aveva bollato l’avversaria.
E proprio la vicinanza della vincitrice delle comunarie ai quattro consiglieri comunali genovesi che nelle scorse settimane avevano lasciato il Movimento 5 Stelle, fondando il nuovo gruppo “Effetto Genova”, anche per contestare il metodo usato per la scelta del nuovo candidato sindaco nel capoluogo ligure, sarebbe uno dei motivi che avrebbe indotto Beppe Grillo a scomunicare Cassimatis e a lanciare una nuova votazione online per decidere se non presentare nessuna lista come M5S o presentare la lista di Luca Pirondini “arrivata seconda per un distacco di pochi voti”. “E’ un duro colpo alla democrazia interna”, ha detto ad Askanews Francesco Battistini, consigliere della Regione Liguria uscito dal Movimento 5 Stelle dopo essere stato deferito ai probiviri per aver solidarizzato con i consiglieri che avevano lasciato il gruppo in Comune. “Il cosiddetto ‘Metodo Genova’ per la scelta del candidato sindaco -ha sottolineato Battistini- era una follia, il manifesto funebre della partecipazione perché si trattava di liste bloccate ma, visto che tutto questo non è bastato a pilotare le votazioni interne, Grillo persa la partita si porta via anche il pallone. Si sconfessa quindi il voto dicendo ‘o candidiamo chi è arrivato secondo o nulla’ e questo è veramente insostenibile. Ormai queste sono macerie, non esiste più niente”, ha concluso l’ex consigliere regionale pentastellato.