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Anagrafe tributaria: le modifiche alla stretta finale

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C’era una volta il redditometro, strumento che si è dimostrato fallimentare, a cui è seguito lo spesometro, che da solo dice poco o nulla. Due mezzi evidentemente incompleti, ed a loro modo ‘fallaci’, che insieme, almeno nell’ottica di chi è preposto al  controllo dell’evesione fiscale, costituiscono una buona base per gli 007 dell’Agenzia delle Entrate per poter far partire accertamenti e analisi più approfondite, iniziando con i rapporti finanziari che i contribuenti hanno con le proprie banche. Controlli leciti od invasivi? Coloro che speravano in un freno verso quella che è stata additata come una totale violazione della privacy, che poteva essere posto solo dalla Cassazione, sono rimasti profondamente delusi, perché la suprema corte ha dato semaforo verde su tutti i fronti. Infatti, secondo una recente sentenza della Corte di Cassazione, l’Agenzia delle Entrate non ha bisogno di prove per entrare nel merito dei conti correnti, andando a ‘spulciare i vari rapporti’ e coinvolgendo liberamente anche tutti gli altri prodotti finanziari di cui si è titolari (tra cui anche i principali conti deposito). Questo il primo passaggio che ha di fatto dato un lasciapassare senza precedenti al fisco, al quale si aggiunge quello della questione del cointestatario dei rapporti.

Ignaro o no, il cointestatario viene a sua volta coinvolto dai controlli, perché non è accettabile, a detta della Cassazione, che la possibilità di cointestare i rapporti possa ridurre la libertà di azione di cui ha bisogno l’Agenzia delle Entrate per scovare i numerosi evasori stimati. Quindi i dibattiti sul ruolo della privacy nei rapporti finanziari vengono completamente denudati di ogni possibilità di essere affrontati, perché di fatto (e legalmente), la riservatezza non esiste più, almeno così come la conoscevamo fino a poco tempo fa. Quali le conseguenze per chi non ha nulla da nascondere? La portata è modesta, e impatta soprattutto nelle modalità di impiego dei propri fondi e risparmi, nel senso che, se fino a poco tempo fa non si aveva la necessità di tenere traccia di tutto, ora è bene cominciare ad agire in modo più attento alle formalità (giustificando, ad esempio, anche un semplice giroconto o un bonifico tra amici o parenti). Per il resto rimane il risultato dovuto all’incrocio delle tre dimensioni (redditometro, spesometro e movimenti finanziari) ad accendere il radar dell’Agenzia delle entrate stessa.

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