di Mauriziuo Balistreri
All’inizio di marzo è venuto giù un pezzo di viadotto sulla Salerno-Reggio Calabria, con la morte di un giovane operaio romeno. Poi alcuni giorni fa il cedimento di un pilone sulla Palermo-Catania, con l’interruzione dell’autostrada e la Sicilia tagliata in due. E così si è dimesso anche Sergio Dondolini, l’altro componente del cda, in rappresentanza del ministero delle Infrastrutture. Ciucci era rimasto solo nella bufera, nel mirino degli attacchi anche per le inchieste sulla corruzione e le grandi opere che hanno sfiorato l’Anas. Polemiche a cui il presidente ha risposto rivendicando sempre l’agire corretto della società e difendendo così il suo mandato, in scadenza nel 2016. L’accelerazione degli eventi nelle ultime settimane, però, deve averlo indotto a chiudere anticipatamente. I cedimenti stradali sono stati quindi fatali per un manager classe 1950, che ha cominciato la carriera nel 1969 nella Società Autostrade. Nel 1987 passa all’Iri guidata Romano Prodi e nel 1996, con il Professore appena eletto premier, diventa direttore generale e poi componente del collegio dei liquidatori. Guida poi la società Stretto di Messina per la costruzione del ponte e nel 2006, con Prodi nuovamente a Palazzo Chigi, viene nominato presidente dell’Anas. Un regno di nove anni ormai sulla strada del tramonto. (foto, pilone ceduto nella Palermo-Catania)