“E’ un momento nero per il nostro calcio, nerissimo per noi calciatori che abbiamo fatto parte di questo biennio. Ci sarà tempo per analizzare tutto. L’unica cosa molto banale, poco tecnica, che si riparta dallo spirito che i miei compagni hanno messo in campo oggi, la volontà di continuare a vivere questa avventura che mi ha contraddistinto in questi anni di mia permanenza in nazionale. Si ripartirà, anche se questa delusione è molto forte, ma non meritavamo per quello che si è visto in questi 180 minuti. C’è da lavorare, ci sono tanti giocatori giovani che devono spiccare il volo”. Sono le parole del centrocampista azzurro e della Roma, Daniele De Rossi alla Rai, dopo la mancata qualificazione al Mondiale. Dopo Buffon e Barzagli è arrivato anche il suo ultimo momento in azzurro.
“E’ stato un momento quasi assurdo da associare al calcio, c’era una atmosfera funebre ma non è morto nessuno, ma ci sono dei percorsi che segnano le nostre vite al di là delle nostre carriere. Io sono 16-17 anni tra U2o, U21, che vangabondo per Coverciano e in tutto il mondo e pensare che questa è l’ultima volta che mi sono tolta questa maglia è doloroso, come per tutti coloro che smettono. E’ una mia parentesi che finisce, ma non potrei essere più orgoglioso dei compagni che ho visto. Si ripartirà alla grande perché il materiale c’è”. De Rossi ha poi spiegato il siparietto in panchina. “Noi abbiamo questa abitudine di fare riscaldamento tre per volta e dicevo solo che dobbiamo fare gol ‘mandate gli attaccanti a scaldarsi’, magari ho fatto il nome di Insigne. Se si è offeso qualcuno chiedo scusa”, ha concluso De Rossi.