di Maurizio Balistreri
Per Emanuele Fiano i grillini “prima lanciano accuse tremende, poco importa se vere o false, affinchè la cosa resti nella testa delle persone, poi sfuggono alle proprie responsabilità, separandosi dai cittadini normali. I 5 stelle sono peggio della Casta. Di giorno criticano il cosiddetto sistema ma di notte ci sguazzano alla grande”. Secca la vicesegretaria del Pd, Debora Serracchiani, su Twitter: “”In campagna elettorale Di Maio categorico: non useremo mai l’immunità. Finita la propaganda ecco la #coerenza5stelle”. Agire così, ha detto David Ermini, responsabile giustizia del Pd, è “troppo facile. Prima si fanno i proclami per dire che i 5stelle sono diversi e poi ci si comporta in modo opposto. Proprio come la casta”. Per Ermini “si insinua, si accusa e poi si scappa. Questi sono i metodi nuovi? Sono vecchi…terribilmente vecchi. Chiedere coerenza ai 5 stelle è complicato ma almeno evitino queste figuracce”. Dal canto suo l’esponete M5S Luigi Di Maio ha liquidato la vicenda con un: “Non conosco i dettagli”. In mattinata è intervenuto lo stesso Giarrusso che sul blog ha spiegato il suo punto di vista. Rifarsi all’insindacabilità delle opinioni espresse dai parlamentari nell’esercizio delle loro funzioni, come prevede l’art. 68, “non è un privilegio” ma rappresenta la possibilità di poter “denunciare il malaffare, la corruzione e la mafia”.
Perché poi è questo il motivo per cui “voi ci avete mandato in Parlamento”. Dalla lettura dell`imputazione di diffamazione emerge, ha spiegato Giarrusso, che l`espressione “esibire in maniera plateale comportamenti e soggetti denotanti contiguità con gli ambienti mafiosi” era volta a denunciare la possibilità che “soggetti che abbiano intrattenuto rapporti con la criminalità organizzata potessero essere interessati” alla campagna elettorale locale in Sicilia, “addirittura presenziando in pubblico accanto ad esponenti politici”. Per Giarrusso quindi “non si tratta di un privilegio, ma della tutela della libertà di portavoce dei cittadini di poter chiamare le cose col proprio nome senza dover subire tentativi di censura a mezzo denunce e cause di risarcimento. Voi – ha detto rivolto agli attivisti M5S – ci avete mandato in parlamento per denunciare il malaffare, la corruzione e la mafia. E noi questo facciamo, malgrado le intimidazioni, gli attacchi e le minacce del PD. La insindacabilità quindi, mira a tutelare questa possibilità e cioè l’attività di denuncia”.