Pechino annuncia un giro di vite sui compensi dei top manager delle aziende a controllo statale. L’indicazione arriva da fonte molto autorevole. Il presidente cinese, Xi Jinping, ha sottolineato che “i compensi irragionevoli devono essere aggiustati”. I top manager delle aziende di Stato non possono avere una “eccessiva capacità di spesà’, ben superiore a quella definita dalle politiche del governo e dalle stesse aziende.
Xi, parlando in occasione di un meeting del partito comunista sulle riforme, ha indicato che i top manager delle aziende controllate dallo Stato “dovrebbero collaborare attivamente per sostenere la necessità di cambiamentò’. Anche in Cina il tema dei compensi dei manager diventa una questione politica. Dopo il crac Lehman Brothers in tutto il mondo occidentale c’è stata una sollevazione popolare contro gli stipendi a otto zeri dei banchieri con interventi politici per fissare tetti alle retribuzioni degli executive, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dalla Francia all’Europarlamento.
In realtà anche la Cina ha tentato di mettere una serie di paletti agli stipendi dei manager pubblici. Nel 2009, Pechino introdusse un tetto di 2,8 milioni di yuan (circa 500 mila dollari) all’anno per i ceo delle società a controllo governativo. Cifra che impallidisce davanti ai 42 milioni di dollari che l’intramontabile Jamie Dimon di JP Morgan Chase ha incassato l’anno scorso. Tuttavia pur sempre uno stipendio di tutto rispetto se confrontato con i 19 mila dollari l’anno del presidente cinese Xi.
Quel tetto non ha retto alla prova dei fatti ed è nutrito il gruppo dei top manager di Stato che incassa l’equivalente di oltre un milione di dollari l’anno. Rispettano il tetto i principali banchieri cinesi. I top manager di Bank of China, ICBC, China Construction Bank, Bank o Communications e Agricoltural Bank of China hanno percepito nel 2012 stipendi tra 320 mila e 260 mila dollari.
Nel settore privato invece le retribuzioni dei top manager hanno già raggiunto standard occidentali. Il numero uno della Lenovo, Yang Yuanqing, è tra i più pagati da alcuni anni in Cina con uno stipendio intorno ai 12 milioni di dollari l’anno. Pechino dunque pensa a un nuovo intervento per ridurre le retribuzioni dei manager pubblici. Oltre al presidente Xi negli ultimi mesi diversi segnali lasciano intravedere un giro di vite sui compensi. Il quotidiano People Daily, organo ufficiale del partito comunista, recentemente in un editoriale ha bollato come “immoralè’ gli alti stipendi dei top manager e le basse retribuzioni dei normali dipendenti. Anche Xinhua, l’agenzia di stampa statale, ha puntato l’indice contro i compensi dei manager. “Se gli executive delle società di Stato si concedono stipendi elevati e ricchi benefit, significa che è stato tradito l’originale obiettivo che ha portato alla creazione di queste imprese”.