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Anche Obama in campo per referendum: il Sì aiuterebbe la crescita, Renzi vada avanti

Il sì al referendum costituzionale “aiuterebbe” la crescita dell’Italia e comunque Matteo Renzi “dovrebbe restare al timone” a prescindere dall’esito del voto. Da Barack Obama il presidente del Consiglio italiano, accolto alla Casa Bianca con la moglie Agnese Landini, non avrebbe potuto sperare un endorsement più chiaro e forte. Il premier è stato accolto oggi nella sede della presidenza Usa per l’ultima “state dinner” del presidente uscente. Un’accoglienza calorosa al “mio buon amico Matteo”, che era stata preceduta da una intervista a Repubblica in cui Obama elogiava la “visione e le riforme ambiziose” criticando, come Renzi, le politiche europee di austerity che hanno “contribuito al rallentamento della crescita”. Poi, alla Casa Bianca, Obama ha salutato in italiano (“Buongiorno”) dicendo che, con la cena di stasera dedicata all’Italia, “teniamo il meglio per la fine”. Sempre in italiano, il presidente Usa ha detto che con l’Italia ci sono “patti chiari e amicizia lunga”. Usa e Italia sono “uniti dagli stessi valori” e in particolare con Renzi “c’è una grande partnership”. Complimenti ricambiati da presidente del Consiglio che, rivolgendosi a Obama, ha citato dal latino: “Historia magistra vitae, dicevano i romani. La storia è maestra di vita. La storia sarà benevola con lei”. “L’Italia – ha assicurato – è pronta a costruire insieme agli Usa una nuova stagione di nuove opportunità, basata su diritti civili, educazione, cultura”. Dopo i saluti ufficiali, e mentre le first lady visitavano la Casa Bianca e l’orto e prendevano un tè in giardino, Renzi e Obama nello studio ovale hanno avuto un lungo colloquio. Al centro i principali temi della politica internazionale: la lotta al terrorismo, le questioni di Siria e Libia, le tensioni con la Russia, la crescita economica.

Temi su cui, ha assicurato Renzi nella conferenza stampa seguita al faccia a faccia, “l’agenda italiana di politica internazionale coincide totalmente con quella americana”. Nell’incontro con la stampa, però, il discorso è scivolato anche sulla politica interna italiana, in particolare sul referendum, su cui Obama ha dato il pieno appoggio a Renzi. “Gli Stati Uniti sostengono con forza il referendum costituzionale in Italia – ha detto -. Renzi sta facendo riforme importanti, che però incontrano resistenze. La crescita c’è, ma è debole. Il sì al referendum aiuterebbe”. E comunque, anche in caso di vittoria del no, il presidente del Consiglio “dovrebbe restare al timone”. Parole che, in vista dell’ultima fase della campagna elettorale, danno una spinta al premier, che si è detto certo della vittoria del Sì. “Non credo che vi saranno cataclismi in caso di vittoria del No, ma per non avere dubbi preferisco che vinca il Sì”, ha detto Renzi, aggiungendo: “Se vinciamo l’Italia sarà più forte nel dibattito in Europa”. Stasera la cena di gala, con la delegazione italiana. Domani, dopo la visita al nuovo museo nazionale di storia e cultura afroamericana, al cimitero di Arlington e un discorso alla Johns Hopkins University, Renzi si recherà al Center For American Progress, il think tank guidato da John Podesta, ex consulente di Obama e presidente della campagna elettorale di Hillary Clinton. Poi ripartirà per Bruxelles, dove, al Consiglio europeo, ribadirà le richieste dell’Italia su crescita e immigrazione, forte del sostegno di Obama, prima di tornare all’agone politico italiano, da dove gli arrivano gli echi delle polemiche: “Il nostro è un Paese che muore, mentre chi avrebbe la responsabilità di governare va a farsi lo spot elettorale per il referendum dall’altra parte del mondo”, ha accusato dal blog Beppe Grillo.

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redazione