Anche Save the Children sospende i soccorsi ai migranti: “Siamo rammaricati”. Procura Agrigento apre inchiesta

Anche Save the Children sospende i soccorsi ai migranti: “Siamo rammaricati”. Procura Agrigento apre inchiesta
14 agosto 2017

Dopo, Msf e Sea Eyendo anche Save the Children sospende i soccorsi ai migranti nel Mediterraneo. Ne da’ notizia la stessa l’Ong, spiega che “sta valutando l’evolversi dell’intero scenario dopo la dichiarazione della Marina libica di voler estendere il controllo e il divieto alle navi delle Ong nelle acque internazionali che fanno parte della SAR zone e la nave Vos Hestia resta ferma a Malta in attesa di capire se ci sono le condizioni di sicurezza per riprendere le operazioni”. Save the Children, che “si rammarica di dover essere costretta a mettere in pausa le proprie operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo a causa delle decisioni dalla Marina Libica di controllare le acque internazionali in cui normalmente opera la nave di Save the Children con l’obiettivo di salvare vite umane. Si tratta – viene sottolineato – di una situazione molto preoccupante per il rischio di sicurezza dello staff e per la reale capacita’ della Vos Hestia di mettere in atto la propria missione di soccorso”.  “Il nostro team di esperti a bordo della nave – prosegue Save the Children – e’ preoccupato che in questa nuova situazione le imbarcazioni dei migranti saranno costrette a tornare in Libia e molti bambini e adolescenti moriranno prima di lasciare la nuova zona SAR libica.

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Secondo quanto riportato, infatti, le autorita’ libiche avrebbero spostato la loro zona di competenza SAR dalle 12 miglia nautiche alle 70 miglia dalla costa libica e le imbarcazioni su cui viaggiano i migranti sono di gomma molto leggera, imbarcano facilmente acqua e non possono portare abbastanza carburante”. Secondo Rob MacGillivray, direttore delle operazioni di Save the Children, “prima di poter riprendere la missione dobbiamo avere rassicurazioni in particolare sulla sicurezza del nostro personale, Se non le avremo saremo costretti a considerare la sospensione delle operazioni, anche se speriamo di non doverlo fare”. Intanto,  barche arenate e documenti d’identita’ in arabo sulla sabbia, testimoniano il fenomeno degli sbarchi ‘fantasma’ sulla coste della provincia di Agrigento, dove i migranti arrivano senza essere avvistati e si disperdono nell’entroterra prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. E così la Procura di Agrigento ha avviato un’indagine. L’ultimo ritrovamento e’ quello del documento di un cittadino tunisino nei pressi di un’imbarcazioni spiaggiata nella Riserva naturale di Torre Salsa. Piccoli natanti eludono i controlli dei dispositivi Frontex e EunavforMed, e il monitoraggio del nucleo Ricerca e Soccorso della Guardia Costiera. Gli inquirenti cercheranno di capire come, chi stabilisca le rotte e si vi siano complicita’ da terra. Sono sei i pescherecci, di diverse dimensioni, al momento si trovano arenati sul bagnasciuga delle coste agrigentine.

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Per uno di loro e’ stata gia’ disposta la demolizione. Le imbarcazioni vengono utilizzate da migranti dell’area del Maghreb e in alcuni casi gli arrivi sono stati filmati e fotografati da bagnanti presenti in spiaggia. Buona parte degli sbarchi pero’ avviene di notte. “Dalla mia veranda ho visto questi arrivi notturni – dice Antonella, una donna che abita a poche centinaia di metri dalla battigia – a volte vengono lasciati da alcuni barconi, che poi ritornano indietro, altre volte lasciano il peschereccio e si avventurano nella Riserva naturale orientandosi con le luci dei loro telefonini”. Su questi sbarchi “fantasma” sta indagando la Procura di Agrigento. Durante l’ultimo sopralluogo degli investigatori e’ stato ritrovato un documento di identita’ di un ragazzo tunisino, classe 1994 su cui si stanno svolgendo i necessari approfondimenti. “Queste barche restano qui per alcuni giorni, anche mesi – dice Claudio Lombardo dell’associazione Mare Amico – si distruggono a causa delle mareggiate e dietro le dune ritroviamo gli indumenti che si cambiano all’arrivo”. Il direttore dell’ufficio delle Dogane di Porto Empedocle, Roberto D’Arminio, ha disposto per il prossimo 17 agosto la demolizione di un peschereccio utilizzato per le traversate, affidando il compito a una ditta esterna. “Ci chiediamo perche’ non poter affidare queste barche a cooperative di pescatori o associazioni del terzo settore che potrebbero utilizzarle per diversi scopi”, commenta Lombardo.

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