L’accordo c’era, il si del Cio era praticamente cosa fatta, tra strette di mano e un bronzo sacrificato sul piatto della bilancia. Alla cerimonia di chiusura la Russia condannata all’anonimato in questi Giochi avrebbe ritrovato i suoi colori, ma proprio nel giorno in cui, sul filo di lana, conquista dopo quasi due settimane di gare il suo primo oro, mette a segno un altro record. Ma negativo. Secondo caso di doping tra gli atleti di Mosca, sui quattro riscontrati qui in Corea: dopo quello del giocatore di curling, Alexander Krushelnitskii, bronzo nel team misto, sono state riscontrate tracce di uno stimolante alla bobbista Nadezhda Sergeeva, 31 anni a giugno, non nuova a vicende di doping, finita nella rete del meldonio nel 2016 e graziata dalla sanatoria Wada. Solo dodicesima in gara. Un fatto, questo, che sulla carta avrebbe rimesso tutto in discussione: la decisione del Cio sull’atteso via libera alla Russia è prevista per domani, alla vigilia della cerimonia olimpica. Per arrivare al verdetto è stata incaricata una commissione interna a tre, chiamata a valutare sulla base del percorso fatto fin qui ai Giochi dalla delegazione degli atleti olimpici della Russia (Oar), il rispetto delle norme etiche e degli accordi dello scorso dicembre che hanno consentito comunque a una nutrita delegazione di partecipare ai Giochi nonostante il bando. Dovevano essere doping free, e invece il 50% di quelli fin qui trovati positivi è russo.
Mosca ha anche pagato la multa da 13 milioni di euro, e alla fine dopo che la commissione a tre (di cui fa parte Danka Bertekova) avrà presentato la relazione, il Cio riammetterà i russi, perché il caso della bobbista non sarà completato prima che si pronunci il comitato olimpico.. In attesa di vedere se la Russia avrà le divise vere e non quelle grigie e bianche, alla cerimonia di sicuro ci sarà Ivanka Trump: la figlia del presidente degli Stati Uniti è arrivata in Corea e si è detta onorata di guidare la delegazione a stelle e strisce e sostenere gli atleti che si sono distinti a questi Giochi. Ivanka è stata ricevuta dal presidente sudcoreano Moon alla Residenza Blu: menù vegetariano kosher per la lady americana, in abito nero per la cena ufficiale. “La ringrazio per averci ospitato tutti qui stasera – le parole della figlia di Trump – è un modo per riaffermare i nostri legami di amicizia, cooperazione, partnership e il nostro impegno per la nostra campagna per garantire che la penisola coreana sia denuclearizzata”, ha detto alla cena con Moon, riportano i media coreani, per i quali non sarebbe previsto invece un incontro tra Ivanka e i rappresentanti della Corea del Nord, guidati da Kim Yong-chol, vice presidente del Comitato centrale e capo dello United Front Department del Partito dei Lavoratori. E la Russia sempre incriminata spera comunque di sfilare sotto la sua bandiera.