Ancora misteri sull’appartamento di Bertone. L’ex tesoriere: “Ero l’unico a dover denunciare?”
Nel corso dell’udienza Spina ha affermato di essere “un esecutore, non avevo poteri decisionali”
“Io ero un esecutore, non avevo poteri decisionali, non partecipavo alle riunioni del cda. Riguardo ai bonifici dovevo semplicemente predisporli, verificando se c’erano i fondi. Poi a dare l’ordine era il presidente Giuseppe Profiti”. Si e’ difeso cosi’ l’ex tesoriere della Fondazione Bambino Gesu’, Massimo Spina, interrogato nel corso dell’udienza di ieri del processo per la distrazione dei fondi usati per finanziare la ristrutturazione dell’appartamento del cardinale Tarcisio Bertone, ex segretario di Stato della Santa Sede. Rispondendo a una domanda, Spina ha raccontato di essere stato tranquillizzato da Profiti in merito alle spese sostenute per la ristrutturazione delle quali avevano parlato alcuni media.[irp]
“Il cardinale – ha raccontato Spina – aveva detto a Profiti che il Papa era a conoscenza dell’impegno economico assunto per la ristrutturazione”. Il colloquio con Profiti riportato da Spina sarebbe avvenuto in un bar, “in tono colloquiale, ma fermo restando che lui era il mio capo e io il sottoposto. D’altra parte davanti a una lettera del segretario di Stato emerito, non potevo pensare a un’anomalia”. Il promotore di giustizia aggiunto, Roberto Zanotti, gli ha chiesto se si fosse reso conto di trovarsi davanti a qualcosa di irregolare da denunciare. “I lavori erano a pochi metri dalla Domus Santa Marta, dal Palazzo del Tribunale e dalla sede della Gendarmeria, io ero l’unico a dover denunciare?”, ha risposto Spina, ripreso dal giudice Venerando Marano e costretto a scusarsi. [irp]