I chemioterapici (Bleiomicina e Cisplatino) possono, quindi, penetrare all’interno della cellula, dove rimangono sequestrati. Grazie alle scariche elettriche, il potere del farmaco di distruggere le cellule tumorali aumenta di 8.000 volte per la Bleiomicinae di 80 volte per il Cisplatino. Inoltre, l’elettrochemioterapia, rispetto ai trattamenti oncologici tradizionali (chirurgia, radio e chemioterapia), comporta minori effetti collaterali, in quanto riduce di molto la quantità di farmaco necessario e i tempi di degenza. “Contattati da molti veterinari, abbiamo iniziato il trial clinico su alcuni casi di tumori del cane, con risultati molto incoraggianti – spiegano Guido Loria, direttore dell’area Diagnostica specialistica e Roberto Puleio, responsabile del laboratorio di Istopatologia veterinaria -. In uno dei casi più recenti, una neoplasia orale maligna, non aggredibile chirurgicamente e che avrebbe comportato una grave menomazione, si è ridotta del 60 per cento con un solo trattamento elettrochemioterapico.Molte volte abbiamo ricevuto i ringraziamenti dei proprietari dei cani ammalati, per i visibili benefici ottenuti sulla qualità della vita dei loro animali”. Secondo il commissario straordinario dell’Istituto Zooprofilattico, Salvatore Seminara, “questa è una delle tante ricerche dell’ente che dimostrano come si debba parlare ormai di una sola medicina e di una sola prevenzione (OneHealth), alla quale tutti noi, ognuno per il suo ruolo istituzionale, deve partecipare sia nei compiti quotidiani, sia ancora di piùnelle attività di ricerca”.