“Anni 70 io c’ero”, di Agnese De Donato
A Roma la cronaca visiva di un decennio appassionato
Da Nanni Moretti poco più che bambino in spiaggia a una bella e sfortunata Romy Schneider con il figlioletto. E’ una straordinaria galleria dei nostri ricordi la mostra “Anni 70, io c’ero”, aperta a Roma. Una selezione dei più begli scatti di Agnese De Donato, giornalista e fotografa, scomparsa all’inizio di marzo. Donatella Bertozzi, amica storica che ha partecipato all’allestimento: “Vengono fuori degli anni particolarmente ricchi di fermenti e attività e di vitalità, che erano un po’ gli anni di Agnese, una donna straordinariamente vitale”. Anni intrecciati fra politica, femminismo, arte, danza, cinema; anni in cui Agnese De Donato fondò anche la libreria “Ferro di cavallo” a via di Ripetta. Un decennio complicato e anche doloroso ma colmo di aspirazioni ideali e di creatività innovativa, quella che esplode da questi scatti. Il secondo dei tre figli di Agnese, Giovanni Pogliani: “Lei aveva questo intuito, perché aveva capito che stava tornando il bianco e nero, che stavano tornando personaggi un po’ dimenticati, in trasmissione cominciavano a fare alcune trasmissioni di revival. E quindi ha detto perché no. Perché non rifare… Io ho un serbatoio spaventoso… centinaia di foto stampate all’epoca, con la carta originale. Un’idea molto faticosa naturalmente perché è durata due tre quattro anni e finalmente ha avuto un compimento”.
Un lavoro compiuto dalla stessa Agnese De Donato spiega la curatrice Greta Boldorini: “Ci abbiamo lavorato insieme addirittura per anni e lei teneva moltissimo a questa mostra; è innanzitutto merito suo, tutto quello che vedete qui è stato scelto da lei, abbiamo selezionato una ad una tutte le foto, quindi è lei la vera protagonista”. La mostra è divisa in sezioni: cinema, danza, arte, femminismo. Perché Agnese De Donato era forse prima di tutto femminista, protagonista di una stagione rivoluzionaria fra manifestazioni e libri fondanti come “Dalla Parte delle Bambine”: una storia che conta: “Moltissimo. Conta perché è una intera sezione della mostra, e conta perché era una parte dell’atteggiamento di Agnese nei confronti del mondo e questo si vede anche nelle altre foto” spiega Bertozzi. Protagonista Agnese De Donato era sempre, personalità indimenticabile. Un omaggio, questa mostra alla galleria De Crescenzo e Viesti, ma anche qualcosa di più: “Mi ha fatto un po’ dispiacere leggere, anche se è naturale, “un ricordo postumo” perché secondo me questo è il vero saluto che ci dà Agnese”.