La maledizione del “ghiaccio secco” colpisce anche l’Antartide, nell’emisfero australe, quarto continente più vasto della Terra. La calotta glaciale antartica, il cui spessore medio era di 1.600 metri, ha toccato quest’anno a un nuovo record negativo. Gli scienziati lanciano l’allarme: data la natura imprevedibile di questa gigantesca scultura di ghiaccio, la navigazione sarà sempre più a rischio. Compresa quella delle crociere turistiche che l’anno scorso, grazie a una flotta di una cinquantina di navi, hanno portato 35 mila turisti a spasso tra l’Oceano Antartico, la banchisa, i ghiacciai e i diversi esemplari di una fauna stanziale unica.
Le immagini satellitari confermano quest’anno la riduzione ai minimi storici dei ghiacci, da quando sono iniziate le registrazioni nel 1979, sia nel periodo estivo di massima riduzione sia in quello invernale di massima espansione. I cambiamenti climatici hanno certamente giocato un ruolo importante ma si tratta di una ragione necessaria ma non sufficiente, alla luce dell’estrema variabilità dell’ecosistema relativo all’Oceano Antartico. I dati hanno mostrato un record nella riduzione dei ghiacci estiva il 1 marzo scorso che ha toccato i 2.075 milioni di kmq mentre il record negativo della massima espansione invernale è stato raggiunto il 12 settembre con 18.013 milioni di kmq. Dati impressionanti che però vanno messi a confronto con i livelli glaciali record, questa volta positivi, raggiunti solo tre anni fa con 20 milioni di kmq. Si tratta di registrazioni che illustrano l’estrema variabilità delle condizioni glaciali e atmosferiche dell’Oceano Antartico e che impongono nuove e più approfondite ricerche per comprendere le dinamiche che presiedono alla vita, al respiro e al futuro dell’Antartide, considerato il continente più freddo e inospitale del pianeta.