Voleva effettuare un controllo a sorpresa su Elisa Rigaudo, atleta italiana medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Pechino nella 20 chilometri di marcia, il medico della Iaaf respinto dai Corazzieri del Quirinale mentre era in corso la cerimonia di consegna della bandiera olimpica da parte del Presidente Sergio Mattarella alla delegazione olimpica italiana. La 36enne di Cuneo aveva correttamente compilato il Whereaboutsinformation form – il programma di sorveglianza della Wada (agenzia mondiale antidoping) che obbliga gli atleti a segnalare dove sono reperibili per eventuali test – e aveva indicato che si sarebbe trovata al Quirinale dove Sergio Mattarella ha ricevuto la delegazione olimpica italiana. Il solerte medico tedesco della Iaaf ignorava evidentemente che nella residenza del presidente della Repubblica italiana non è così semplice entrare e infatti gli è stato negato l’ingresso.
Il controllo “è avvenuto in seguito in un ufficio del Coni” nell’area del Foro Italico e si è trattato di un “prelievo ematico”, ha raccontato Rigaudo alla Casa delle Armi, dove si sono svolti alcuni eventi promozionali del Coni, “Per un esame delle urine ci sarebbe stato bisogno di una donna e anziché uno gli ispettori avrebbero dovuto essere due”. La marciatrice ha poi svelato di essersi concessa una battuta con l’emissario Iaaf. “Ma se lei va dalla Merkel nel giorno in cui la cancelliera riceve tutti gli olimpionici”, gli ho detto, “secondo lei la fanno entrare? Secondo me non sapeva che cosa era il Quirinale. C’è un calendario giornaliero da compilare, di solito si scrive l’orario dell’allenamento , quello del pranzo, scrivi le tue ore di reperibilità”. “Questo dottore non sapeva nemmeno quello che è successo con Alex Schwazer”, ha ancora detto Rigaudo alludendo alla nuova positività del marciatore di Vipiteno, “Con tutto il rispetto, sono equiparabili a medici della mutua italiani che vanno all’estero per un controllo. A me ha anche chiesto che distanza facevo, sapeva solo che ero un’atleta”.